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Lo iodio, un micro elemento di macro importanza

Lo iodio è un micronutriente prezioso per la nostra salute. Si trova nell’organismo umano in piccole quantità (15–20 mg) ed concentrato quasi esclusivamente nella tiroide, ghiandola endocrina posta alla base del collo, ed è indispensabile per il suo funzionamento. Deve essere introdotto con la dieta.Iodio in gravidanza

La conseguenza più evidente della carenza di iodio è l’ipotiroidismo:  la tiroide non è in grado di produrre quantità sufficienti di ormoni tiroidei. La conseguenza più conosciuta della carenza di iodio è il "gozzo", ovvero l’ingrandimento della tiroide. Questo può portare, in tutte le fasi della vita, a manifestazioni cliniche chiamate nel loro complesso disturbi da carenza iodica. Tali manifestazioni sono più o meno importanti a seconda della gravità della carenza di iodio e del periodo della vita in cui essa si verifica. Sebbene il gozzo sia l’effetto più frequente, le conseguenze più gravi della carenza di iodio sono rappresentate dai danni a carico del sistema nervoso centrale e periferico, per il cui sviluppo gli ormoni tiroidei sono essenziali.

Nella donna in gravidanza, la carenza di iodio è associata a disturbi sia a carico della mamma che a carico del feto: ipertensione gravidica, basso peso alla nascita, emorragia post-partum, ma il più importante è che l’ipotiroidismo materno può causare un danno allo sviluppo neurologico ed intellettivo del neonato.

La nostra fonte di iodio è ciò che mangiamo. La presenza di iodio negli alimenti e nelle acque è però molto variabile, e spesso è scarsa rispetto ai fabbisogni umani.
Il principale serbatoio di iodio è il mare, e quindi tutti gli alimenti di origine marina ne sono ricchi.
Per questo motivo, si potrebbe pensare che il territorio italiano, circondato com’è dalle acque del mare, ci garantisca un sufficiente apporto di iodio alimentare. Invece sorprenderà sapere che ben 5-6 milioni di italiani sono esposti ad una carenza iodica ambientale.

La SINU (Società Italiana Nutrizione Umana) raccomanda un’assunzione media quotidiana di 150 microgrammi (mcg) di iodio
Già da parecchi anni il Ministero della Salute ha invitato le aziende produttrici ad addizionare di Ioduro di Potassio il sale da cucina, che possiamo trovare al supermercato come “sale iodato”. Questo intervento di “iodoprofilassi” ha dato indubbiamente buoni risultati nel ridurre l’incidenza di ipotiroidismo in alcune zone dove il gozzo era endemico, ma non è stato risolutivo.

Il discorso si fa ancora più delicato quando ci riferiamo alla donna in gravidanza. Infatti, in questo particolare momento della vita, il fabbisogno di iodio sale a 200 mcg al giorno (LARN 2014) .

Per spiegare questa aumentata richiesta, dobbiamo pensare che la tiroide della mamma deve produrre più ormoni tiroidei, per fare fronte alle esigenze sia dell’organismo materno sia del feto. La tiroide della donna in gravidanza va quindi incontro ad un “super-lavoro”, che deve essere supportato da un aumento della disponibilità nutrizionale di iodio.

Allo stesso tempo però, è molto difficile fare fronte a questa aumentata richiesta di iodio con l’alimentazione, anzi: in gravidanza è controindicato eccedere con il sale da cucina, e sarebbe invece una buona abitudine sforzasi di ridurlo.

Come raggiungere il fabbisogno quotidiano di iodio in gravidanza?

Gli esperti consigliano alle donne di associare l'assunzione di integratori contenenti 150 mcg di iodio, che soddisfino il fabbisogno quotidiano di tale elemento, ad una alimentazione sana ed equilibrata.


Fonti:

  • Ministero della Salute -  https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_18_3_alleg.pdf
  • SINU - www.sinu.it - https://sinu.it/2019/07/09/minerali-assunzione-raccomandata-per-la-popolazione-pri-e-assunzione-adeguataai/


Ultima revisione: 18/10/2023 

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