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01/09/2016 -

Latte vaccino ai bimbi dopo i 12 mesi: nuove indicazioni



Nuove linee di indirizzo sulla somministrazione di latte vaccino ai bimbi dopo il primo anno di vita: si raccomanda cautela in quanto questo latte contiene troppe proteine, ma poco ferro e acidi grassi essenziali.

Le nuove indicazioni sull'alimentazione nella prima infanzia sono date dal Ministero della Salute, che sconsiglia il latte vaccino nel primo anno di vita e lo indica da utilizzare con cautela a partire dal secondo anno. Laddove quindi l'allattamento materno non è possibile, specifica il documento, il latte formulato è l’unico prodotto in grado di sostituirlo, perché in grado di soddisfare il fabbisogno nutrizionale nei primi mesi di vita.

"Il latte vaccino viene spesso somministrato, un po' per errata cultura diffusa, per comodità o per motivi economici - afferma Marcello Giovannini, past president della Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (SINUPE) - ma ha un contenuto di proteine inadeguato alle esigenze di un bimbo piccolo: pari al triplo rispetto al latte materno e di molto superiore ai latti formulati. D'altro canto la composizione è finalizzata alla crescita del vitello".

Le indicazioni contenute nei “Livelli di Assunzione di Riferimento ed Energia per la popolazione" (Larn) 2014, affermano che l’apporto energetico di un bambino tra 1 e 3 anni dovrebbe derivare per il 50% dai carboidrati, per il 40% dai grassi e solo per il 10% dalle proteine. Secondo gli esperti, c'è invece la tendenza ad aumentare le proteine, che, se in eccesso, condizionano la regolazione di insulina e ormoni dell'appetito, con conseguente aumento di problemi metabolici e obesità.

Lo studio europeo Chop “Childhood Obesity Project”, che coinvolge 5 paesi (Italia, Belgio, Germania, Polonia e Spagna) conferma scientificamente che i bambini alimentati con formule a più alto contenuto proteico (1,9 g/dl) mostrano nei primi due anni di vita un peso e un indice di massa corporea (BMI) maggiori rispetto a quelli allattati al seno o nutriti con formule a più basso contenuto proteico (1,2 g/dl), dove 1,2 e 1,9 g/dl rappresentano il limite minimo e massimo del range di composizione proteica per le formule per l’infanzia raccomandato dalla Comunità Europea.

I lipidi dovrebbero fornire invece:

  • il 40% di energia nel lattante
  • il 35-40% nell’età da 1 a 3 anni
  • il 20-35 % dopo i 4 anni

I Larn indicano che in tutte le età pediatriche devono essere assicurati gli acidi grassi Omega 3 perché essenziali per lo sviluppo del cervello.

Questo apporto può essere assicurato dal latte materno e, in sua mancanza, dai latti formulati, ma non dal latte vaccino. Quest'ultimo infatti non contiene acidi grassi polinsaturi a lunga catena, come i derivati dell'acido arachidonico e l'acido docosaesaenoico, di cui i latti formulati sono integrati.

Infine, il latte vaccino è troppo povero di ferro, minerale necessario per la crescita e lo sviluppo neurologico e comportamentale e spesso carente nei primi anni di vita. Per questo, i pediatri nutrizionisti affermano che nello svezzamento e fino ai 3 anni di vita è necessario assumere alimenti con elevato contenuto di ferro biodisponibile (carne, pesce) e, in mancanza di latte materno, quello formulato, che ne è integrato.

Fonte: Ansa Salute

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