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Quale alimentazione durante l'allattamento?

Alimentazione mamma e bebèPer avere latte in abbondanza e di qualità, nel periodo dell’allattamento vanno seguiti alcuni consigli alimentari. È stato ampiamente dimostrato che in questo periodo alcuni apporti nutrizionali devono essere maggiori. Per questa ragione è indispensabile prestare molta attenzione alle quantità e alla qualità della propria dieta e eventualmente consultare il medico riguardo alla possibilità di prendere degli integratori alimentari che possano aiutare la mamma a raggiungere i valori nutritivi corretti.

Alimentazione della mamma

Obiettivi nutrizionali

L’obiettivo nutrizionale fa riferimento ai tipi di alimenti che vengono consigliati a una mamma per soddisfare le esigenze nutrizionali in gravidanza. Per essere sicuri che la madre produca latte di qualità, in alcuni casi la quantità di questi alimenti aumenta fino a un 70% rispetto a una dieta normale.

Energia

Il fabbisogno energetico per una mamma che allatta è di 2700 Kcal e viene calcolato sommando al fabbisogno di una donna adolescente o adulta l’incremento calorico necessario per l’allattamento. Stando a uno studio realizzato dall’ONU, il fabbisogno corrispondente all’allattamento sarebbe all’incirca di 700 Kcal per la produzione di 750 ml di latte. Di queste 700 Kcal, 200 Kcal provengono da quanto si è accumulato durante la gravidanza nel tessuto adiposo di fianchi e cosce. Per questo motivo è sconsigliabile fare una dieta troppo rigida in questo periodo.

Proteine

Il principale componente del latte materno sono le proteine; ogni litro di latte ne contiene dai 9 ai 10,5g senza contare il colostro che ne ha 23g. Le principali proteine sono:

  • caseina: 1870mg (1400mg nel colostro) per ogni litro di latte;
  • alfa-lattoalbumina: 1610mg (2180mg nel colostro) per ogni litro di latte;
  • lattoferrina: 1670mg (3300mg nel colostro) per ogni litro di latte;
  • immunoglobulina A (IgA): 1420mg (3640mg nel colostro) per ogni litro di latte.

Il fabbisogno proteico per una donna che allatta è di 71 g al giorno, un 54% in più rispetto a una donna adulta. Ci sono due tipi di proteine:

  • ad alto valore biologico o complete: sono quelle che apportano all’organismo grande quantità di nitrogeno. Le troviamo nella carne, nel pesce,  nelle uova e nel latte;
  • a basso valore biologico: sono quelle che devono essere associate a un’altra proteina per ottenerne una di alta qualità. Sono presenti nelle verdure e nei legumi.

Le combinazioni più frequenti sono:

  • Legumi
  • Cereali integrali
  • Frutti secchi
  • Latticini
  • Verdure

Idrati di carbonio

Gli idrati di carbonio sono la forma biologica primaria di immagazzinamento e consumo di energia. L’apporto principale avviene attraverso il pane, i cereali, la pasta, le patate, la frutta e la verdura. Il lattosio è il principale idrato di carbonio del latte umano. Ve ne sono 6,8g per ogni 100ml di latte ed è composto da gallattosio e glucosio. Il lattosio rende più facile l’assorbimento del calcio, fondamentale per la prevenzione del rachitismo.
Perché ci sia una produzione ottimale di latte, è essenziale che la dieta materna sia ricca di idrati di carbonio. Le quantità consigliate sono di 210g al giorno, il 61% in più di quelle di una donna adulta.

Lipidi

I lipidi sono i responsabili delle scorte energetiche e sono presenti negli alimenti di origine animale, il loro maggior apporto proviene dunque dal latte e dai suoi derivati, dalla carne, dalle uova e dal pesce. Ne sono ricchi anche i frutti secchi e l’olio. Costituiscono la maggiore fonte di energia per il lattante. La composizione dei lipidi del latte materno varia a seconda della dieta della madre e della fase dell’allattamento. Alcuni studi dimostrano che con poppate più lunghe e più frequenti, la concentrazione di lipidi è più alta rispetto a quella delle poppate più corte e più distanziate. I principali lipidi del latte materno sono:

  • acidi grassi: vanno previsti nella dieta, poiché l’organismo umano non è in grado di sintetizzarli
    • DHA: hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello, dei nervi e della retina
    • EPA: precursoni di prostaglandine e leucotrieni, mediatori nei processi infiammatori;
  • trigliceridi;
  • fosfolipidi;
  • steroli.

Vitamine

Le vitamine sono sostanze organiche non sintetizzate dall’organismo che svolgono funzioni essenziali per la vita. Per questo vanno previste nella dieta. Il fabbisogno giornaliero di vitamine non è molto alto, ma sia una carenza (avitaminosi), quanto un eccesso (ipervitaminosi) possono provocare rispettivamente malattie e intossicazioni. Le vitamine vengono classificate in base al loro grado di solubilità. Ve ne sono di due tipi:

  1. Vitamine idrosolubili: sono solubili in acqua e il corpo deve usarle inmediatamente dato che non vengono immagazzinate; in caso di eccesso vengono espulse nell’urina. Vanno dunque prese quotidianamente.
     a.    Vitamine del gruppo B (la vitamina B12 è l’unica che viene immagazzinata e accumulata nel fegato per anni)
     b.    Vitamina C
  2. Vitamine liposolubili: sono solubili nei grassi e vengono immagazzinate nel tessuto adiposo, per questo motivo il loro consumo non dovrà essere necessariamente giornaliero.
    a.    Vitamina A
    b.    Vitamina D
    c.    Vitamina E
    d.    Vitamina K

Ogni vitamina ha una sua funzione specifica e per ognuna di loro le autorità sanitarie consigliano dosi determinate, stabilite in base al sesso, all’età e alle condizioni fisiologiche come per esempio la gravidanza o l’allattamento. Si tratta di quantità fissate allo scopo di soddisfare i bisogni dell’organismo di ogni persona e di creare una riserva vitaminica senza causare intossicazione. Le persone che seguono una dieta equilibrata non hanno bisogno di un apporto extra vitaminico, dato che gli alimenti di cui si nutrono soddisfano di già tutte le esigenze dell’organismo. Un incremento dell’apporto vitaminico sotto forma di integratori alimentari è necessario soltanto in caso di carenze, patologie e in situazioni fisiologiche specifiche che lo richiedano e giustifichino. Le dosi giornaliere di vitamine consigliate a una donna che allatta sono le seguenti: 

  • Acido Folico: 500mcg al giorno, 25% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina B12: 25mcg al giorno, 16% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina B1: 1,4mcg al giorno, 27% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina B2: 1,6mg al giorno, 45% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina B3: 17mg al giorno, 21% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina B5: 7mg al giorno, 40% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina B6: 2mg al giorno, 33% in più rispetto a una donna adulta.
  • Biotina: 35mcg al giorno, 16% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina C: 120mg al giorno, 60% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina A: 1300mcg al giorno, 85% in più rispetto a una donna adulta.
  • Vitamina D: 5mcg al giorno, come per una donna adulta.
  • Vitamina E: 19mg al giorno, 26% in più rispetto a una donna adulta.

Il latte materno contiene tutte le vitamine del gruppo B, Vitamina A, Vitamina D, Vitamina K e Vitamina C.

MINERALI

I minerali sono sostanze inorganiche non sintetizzate dall’organismo che svolgono funzioni essenziali per la vita. Questa è la ragione per cui vanno previsti all’interno della dieta. I minerali di maggiore rilevanza presenti nel latte materno e pertanto i più importanti nel periodo dell’allattamento sono i seguenti: iodio, ferro, zinco, calcio e rame. Le dosi giornaliere consigliate per ogni minerale sono le seguenti: 

  • Iodio: 290mcg al giorno, 93% in più rispetto a una donna adulta; 
  • Ferro: 9mg al giorno, 50% in meno rispetto a una donna adulta (per il fatto che non ci sono le perdite del ciclo mestruale);
  • Zinco: 12mg al giorno, 50% in più rispetto a una donna adulta;
  • Calcio: 1300mg al giorno, 30% in più rispetto a una donna adulta; 
  • Rame: 1300mcg al giorno, 44% in più rispetto a una donna adulta.

Alimentazione del bebè

L’alimentazione è molto importante nel corso di tutta la vita, ma lo è ancor di più nel primo anno dato che si tratta del periodo in cui crescono e si sviluppano maggiormente tessuti, organi e funzioni. Un’alimentazione scorretta potrebbe dar luogo a difetti di crescita o alterazioni nello sviluppo.
Il pediatra consiglierà la dieta più idonea a soddisfare le esigenze nutritive, tenendo conto del grado di sviluppo del bambino.

Fino ai 4-6 mesi

Durante i primi 4-6 mesi di vita, per soddisfare i bisogni nutritivi del neonato basta il latte materno o quello artificiale. Le poppate avvengono ogni 2-4 ore (si va dalle 8 alle 12 poppate al giorno). Verso i 4 mesi possono venire ridotte a 4-6 al giorno, ma con una maggiore quantità di latte.

Dai 4 ai 6 mesi

Dai 4 mesi in poi, il bambino normalmente è pronto per affrontare una dieta solida. Il pediatra darà il permesso per iniziare una dieta semisolida (pappe e purè) se il bambino:

  • pesa il doppio rispetto alla nascita;  
  • controlla i movimenti di collo e testa;
  • riesce a stare seduto con un punto d’appoggio; 
  • manifesta interesse verso l’alimento quando sta mangiando. 

Si deve cominciare con riso ricco in ferro, mescolato con latte materno o artificiale per ottenere la consistenza desiderata. Si userà del latte poco denso fino a quando il bambino imparerà a controllare i bocconi. Quando il riso sarà diventato un alimento d’uso abituale, allora si potranno introdurre gli altri cereali, ma uno dopo l’altro per poter controllare eventuali allergie o intolleranze.

Dai 4 agli 8 mesi

Una volta introdotti tutti i cereali, si può cominciare a dargli frutta e verdura; tra un tipo e l’altro aspettare tre giorni per controllare eventuali reazioni allergiche. Si inizierà con verdure quali patate e carote e con frutti come arance, banane, mele e pere.

Dagli 8 ai 12 mesi

In questa fase il bambino è pronto per mangiare carne, anche se molto macinata. Va fatta passare una settimana tra un tipo di carne e l’altra, per verificare che il bambino non soffra di qualche allergia. Può prendere anche tuorlo d’uovo (tre o quattro volte a settimana), mentre di solito l’albume provoca reazioni allergiche. Dai 12 mesi in poi va abbandonato il biberon.

Dopo i 12 mesi

Il latte intero può sostituire quello materno o artificiale. Si deve tuttavia evitare il latte scremato, poiché per una crescita e uno sviluppo corretti il bambino ha bisogno di un apporto calorico maggiore.