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Allattamento in pratica


Le ragadi sono taglietti dolorosi, che a volte sanguinano, che si formano intorno al capezzolo o sull’areola. In genere le ragadi sono causate da un attacco scorretto del bambino oppure dalla durata eccessiva della poppata. L’ingorgo mammario è un ristagno di latte all’interno dei dotti galattofori. Le mammelle diventano dure, gonfie, calde, arrossate e dolenti. Come intervenire?

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I vantaggi dell’allattamento al seno sono quasi infiniti sia per la donna che per il bebè. Il latte materno fornisce un'alimentazione ottimale, ha la giusta quantità di sostanze nutritive, è facilmente digeribile ed è prontamente disponibile.  

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Il latte materno è l’alimento migliore per il neonato: favorisce la costruzione di un rapporto speciale tra mamma e bebè, una relazione che non è solo quella del nutrimento ma anche del prendersi cura e del dono d’amore.

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Anche se ormai è stato sfatato il mito che la mamma che allatta debba seguire per forza una certa dieta, ecco un elenco non esaustivo che può aiutare a individuare gli alimenti più indicati o da evitare per la mamma e il suo bambino.

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I mammiferi hanno sviluppato la capacità di produrre latte per la propria prole ben 220 milioni di anni fa. I meccanismi preposti alla produzione di latte sono quindi antichi e allo stesso tempo ben collaudati. La mammella è nel suo insieme ben più grande della ghiandola mammaria e questo significa che le sue dimensioni non sono in rapporto con la capacità di produrre latte.

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Un piccolo gesto che garantisce ai piccoli, le cui mamme non possono allattare, il nutrimento più importante per una crescita sana. Lo sapevate che in Italia esiste l’AIBLUD (Associazione Italiana delle Banche del Latte Umano Donato)? Si tratta di una Onlus che promuove l’allattamento e la donazione del latte materno operando di concerto con i Centri di Neonatologia e di Terapia Intensiva Neonatale.

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Spesso, quando si parla di allattamento materno, dei suoi vantaggi e dei suoi benefici oggi innegabili, ancora ci si scontra con una serie di pregiudizi che impediscono la sua completa diffusione e pratica. Si tratta di un complesso di regole e credenze riguardanti la donna che allatta, che si sono sviluppate nel corso dei secoli e sono giunte fino ai nostri giorni, ma soprattutto che non hanno alcun fondamento scientifico.

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Si tratta di una manovra che può spaventare alcune donne, ma se eseguita correttamente risulta facile e utile in molte occasioni in cui occorre conservare il proprio latte. Prima di provare da sole chiedete agli operatori o ad altre mamme di mostrarvi come si fa. In ogni caso, ecco alcuni consigli, raccomandazioni e osservazioni da tener presente per spremere il latte al meglio.

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È ormai comunemente accettato che i neonati, e soprattutto i neonati allattati, crescano e stiano meglio quando viene permesso loro di poppare secondo necessità. Questo modo di allattare è noto come “allattamento a richiesta” e differisce da una credenza tradizionale in cui si incoraggia invece le mamme ad aderire ad un orario secondo il quale i bambini molto piccoli vanno alimentati ad intervalli di 3-4 ore.

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Il latte materno è, da solo l’unico alimento di cui un neonato ha bisogno nei primi 6 mesi di vita. Generalmente in questo periodo il neonato non necessita di atri cibi o bevande e nemmeno dell’acqua, che potrebbe anzi rivelarsi dannosa per la presenza di microbi. L’allattamento frequente al seno favorisce la produzione di latte; al contrario, riducendo la frequenza delle poppate la produzione di latte diminuisce.

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Impostare la poppata nel modo giusto, fin dalle prime ore di vita, permette di allattare più a lungo e senza disagi per la mamma. Si parla sempre delle posizioni di allattamento, ma per iniziare bene, l’aspetto più importante e spesso trascurato, è un buon attacco al seno. Infatti, se il bambino si attacca in modo corretto si previene la comparsa di ragadi e dolore al seno e si ha la certezza che il bebè assuma una quantità di latte adeguata.

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Il latte materno è nutriente, è ricco di anticorpi ed enzimi che migliorano la salute del bambino, è immediatamente assimilabile, cioè non ha bisogno di essere mescolato con altre sostanze o di essere sterilizzato. Scopri tutti i vantaggi.

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Ci sono molti articoli che possono aiutare la neomamma nel recupero postpartum, ma uno che viene spesso trascurato è la biancheria intima postpartum. Esiste infatti una biancheria specifica per questo periodo che è stata pensata per alleviare alleviare i sintomi postpartum, come sanguinamento (che può durare fino a sei settimane), dolore e gonfiore.

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