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Prodotti infantiliI prodotti infantili più comuni

I prodotti infantili vanno selezionati in base alle necessità e ai gusti del neonato.

È molto importante consultare il pediatra o il farmacista per conoscere tutte le loro caratteristiche e qualità., in quanto si tratta di prodotti che possono avere una ripercussione sulla salute del neonato, soprattutto se non sono omologati.

BIBERON E TETTARELLE

Il biberon è un contenitore cilindrico che ha la funzione di contenere liquidi per nutrire i bambini,. Può essere di vetro o di materiale plastico per alimenti. Ha in cima una tettarella a imitazione del capezzolo materno, che può essere in caucciù, in lattice o in silicone.

Dopo ogni uso va lavato correttamente, dato che il latte offre un terreno fertile alla proliferazione di microrganismi.

Nell’utilizzarlo va inoltre prestata particolare attenzione poiché potrebbero verificarsi i seguenti casi a rischio: 

  • aerofagia: evitare che durante l’uso il neonato ingerisca aria che potrebbe causargli coliche; per questo dopo ogni pasto è importante che faccia un ruttino per liberarsi dell'aria e dei gas accumulatisi nella pancia;
  • scottature: controllare la temperatura del liquido contenuto nel biberon prima dell’uso, che dovrà avere una temperatura più simile possibile a quella del latte materno che è di 37º; 
  • consumo dei materiali: i materiali potrebbero graffiarsi o rovinarsi, anche a causa dell’esposizione ad alte temperature, perdendo parti o sostanze che possono ostruire le vie respiratorie. 

Il biberon è formato da:

UNA BOTTIGLIA GRADUATA: è il recipiente che contiene i liquidi. La dimensione varia in base al contenuto; piccolo (100ml) per l’acqua e più grande (250ml) per il latte o i cereali. Può essere di vetro o di plastica.

  • Il biberon di vetro è resistente alla alte temperature, si pulisce più facilmente, il vetro inoltre è un materiale che assorbe meno gli odori e i sapori ma in compenso pesa di più e si rompe più facilmente. Deve essere trasparente (con il vantaggio di vedere se ci sono residui di latte durante e dopo la pulizia del biberon), munito della corretta graduazione e sterilizzabile.
  • Il biberon di plastica è più leggero, resistente e pratico di quello di vetro. Tutti i biberon in commercio sul mercato devono, secondo normativa europea, essere privi di polibicarbonato, perché può liberare una sostanza chiamata bisfenolo A (BPA), che potrebbe avere effetti dannosi sulla salute del bambino. L’Istituto Superiore di Sanità in merito ai biberon di plastica consiglia di:
    • non scaldare i liquidi quando sono all’interno del biberon (ad es. nel microonde o a bagnomaria), ma piuttosto in un contenitore di vetro o di metallo e versarlo poi nel biberon quando ormai non è più bollente.
    • sostituire il biberon quando è vecchio, n quanto la liberazione di sostanze potenzialmente tossiche, con il passare del tempo, diviene maggiore rispetto ai biberon nuovi;
    • controllare sempre nelle confezioni che siano ben segnalate tutte le componenti
    • lavare le tettarelle di silicone a mano.

UNA TETTARELLA: è la parte più morbida che viene introdotta nella bocca. La forma può essere rotonda, a goccia, anatomica o specifica per bambini prematuri o con malformazioni; può essere di caucciù/lattice o di silicone.
Quelle in caucciù assomigliano di più al seno materno ma si consumano più facilmente, assorbono odori e sapori e non resistono alle alte temperature, ciononostante vengono consigliate quando il bambino inizia a mettere i denti.

Quelle in silicone durano di più e hanno il vantaggio di essere trasparenti e quindi di poter controllare meglio il liquido ed anche l’aria che passa al loro interno. Quando iniziano ad apparire i denti si possono graffiare e qualche loro frammento potrebbe ostruire le vie respiratorie del bambino. Ne esistono di varie dimensioni in base all’età: da 0 a 4/6 mesi, dai 4/6 mesi ai 12 e dai 12 mesi in poi. Oltre che dall’età del bambino, il loro numero di fori e la loro dimensione dipenderanno dal liquido contenuto nel biberon: un buco piccolo corrisponderà a un flusso più lento, vari buchi e più grandi corrisponderanno a un flusso più consistente, per esempio quello delle pappe. Esistono tettarelle con valvole anti-coliche o anti-singhiozzo che impediscono l’entrata dell’aria.

UNA GHIERA: solitamente in plastica, unisce la tettarella alla bottiglia. 

UN DISCO SIGILLANTE: solitamente in plastica; garantisce una chiusura ermetica della bottiglia.

UN TAPPO-BICCHIERE SALVA GOCCIA: solitamente in plastica, la sua funzione è quella di proteggere la tettarella.

CIUCCI

Il ciuccio è un oggetto infantile la cui principale funzione è quella di tranquillizzare il neonato, stimolandone il riflesso di suzione.
Ci sono lattanti che preferiscono succhiare il pollice, abitudine però più difficile da abbandonare e che può provocare alterazioni cutanee.
L’uso del ciuccio non deve essere permesso nei primi 15 giorni di vita e fino a quando l’allattamento materno non si sia stabilizzato, deve inoltre essere limitato ai primi 8 mesi e assolutamente evitato dal primo anno di età in poi.
Non va mai usato per più di 10 minuti.
Va trattato con particolare attenzione e igiene e non deve essere immerso in sostanze dolci che faciliterebbero la comparsa di carie nel neonato.

Gli esperti raccomandano che l’abbandono del ciuccio proceda in maniera graduale, cercando di limitarne l’uso nel corso della giornata e magari coinvolgendo direttamente il bambino. Ai genitori si lascia il compito di incoraggiarlo attraverso lodi e gratificazioni.

Il ciuccio è composto da: 

  • Una tettarella: è la parte più morbida che viene introdotta nella bocca del bambino e che imita il capezzolo materno; possono essere di caucciù o di silicone. Le prime assomigliano di più al seno materno ma si consumano più facilmente, assorbono odori e sapori e non resistono alle alte temperature, ciononostante vengono consigliate quando il bambino inizia a mettere i denti. Quelle di silicone durano di più e sono più rigide; quando iniziano ad apparire i denti si possono graffiare e qualche frammento potrebbe ostruire le vie respiratorie del bambino. Le dimensioni e forme variano a seconda dell’età del bambino e della grandezza della sua bocca.
  • Una mascherina: è la struttura che sta dietro la tettarella, ha la funzione di uno schermo che impedisce che tutto il ciuccio entri in bocca.
  • Un anello: serve per afferrarlo e maneggiarlo. Questi tre elementi possono costituire un unico pezzo (sono quelli più consigliati perché più facili da pulire) o vari pezzi da assemblare. In quest’ultimo caso hanno la mascherina e l’anello in plastica rigida e sono i più utilizzati perché se ne trovano di diversi disegni e fantasie, ma bisogna stare ben attenti che nessuna delle parti si stacchi. 

L’uso del ciuccio può comportare i seguenti svantaggi: 

  • impossibilità o interruzione dell’allattamento dato che il lattante soddisfa il proprio bisogno di suzione con il ciuccio e si sazia troppo presto. Se accade ciò, il bambino stimolerà meno il capezzolo della mamma che, come conseguenza, produrrà meno latte; 
  • problemi dentali dovuti a un uso troppo prolungato; 
  • rischio di otiti;
  • problemi legati al linguaggio, in quanto si possono verificare difficoltà nella corretta articolazione delle parole;
  • sviluppo di ipersensibilità al lattice e caucciù; 
  • rischio maggiore di afte buccali e ainfezioni; 
  • alterazioni del sonno.

STERILIZZAZIONE DEI PRODOTTI INFANTILI

Nei primi mesi di vita del lattante è importantissimo sterilizzare bene tutti i prodotti, poiché il suo sistema immunitario è più debole.
Attraverso il latte materno passano anticorpi (difese) che aiutano a proteggere il neonato, ma il problema può riguardare soprattutto i bambini che vengono alimentati con latte artificiale, privo di anticorpi e terreno fertile per i batteri.

Per la sterilizzazione si possono seguire questi due metodi:

  • fisico o a caldo;
  • chimico o a freddo.

I materiali che non resistono alle alte temperature devono essere sterilizzati chimicamente, ovvero immergendo l’oggetto in questione in acqua mescolata con sostanze chimiche in pastiglie o in soluzioni di altro tipo. Il tempo richiesto per la sterilizzazione va da una mezz’ora a un’ora, a seconda del prodotto chimico usato. Il vantaggio che offre questo metodo è che non richiede elettricità e che la soluzione chimica ha una durata di 24 ore, gli svantaggi però sono la lentezza del processo e l’odore di cloro.
La sterilizzazione a caldo è un metodo fisico grazie al quale il vapore acqueo elimina i microrganismi; è veloce, dura tra i 10 e i 20 minuti, e può essere realizzata con apparati elettronici appositi, nel micronde o in pentola. L’unico svantaggio che presenta è il rischio di scottature.


Fonti:

  • Fondazione Salus Pueri - https://www.fondazionesaluspueri.it/index.php/2020/12/15/il-biberon/
  • Ospedale Bambino Gesù - https://www.ospedalebambinogesu.it/biberon-80509/; https://www.ospedalebambinogesu.it/ciuccio-quando-e-in-che-modo-toglierlo-139569/ 

Ultima revisione: 13/10/2023