Problemi e fastidi comuni dell'allattamento materno
Durante il periodo dell’allattamento materno è normale che si verifichino alcune delle seguenti situazioni:
- dolore al capezzolo;
- ragadi nel capezzolo;
- capezzolo piatto e introflesso o rientrante;
- ingorgo mammario;
- mastite (infezione mammaria);
- candidosi orale;
- assenza di latte.
Dolore al capezzolo
Durante le prime settimane di allattamento è molto frequente sentire fastidio al capezzolo, quando il bambino di attacca al seno. Questa sensazione tende solitamente a scomparire progressivamente. Se persiste, il dolore può essere causato da:
- una posizione scorretta del neonato durante la suzione; si elimina adottando un’altra posizione; se il bambino non spalanca bene la bocca potresti provare ad aiutarlo premendo piano con il tuo dito sullo spazio tra la sua bocca e il suo mento;
- un attaccarsi o staccarsi dal capezzolo scorretti; si consiglia di introdurre il mignolo nell’angolo della bocca del neonato, per togliere il vuoto d’aria prodotto nell’allattare;
- con i dentini che iniziano a crescere, il neonato potrebbe mordere un po’ i capezzoli; si consiglia di dargli qualcosa di freddo o di umido da masticare appena prima di allattarlo;
- una cura scorretta del capezzolo: la pelle troppo secca o troppo umida può provocare dolore. Bisogna prestare particolare attenzione alla scelta del reggiseno che dovrà essere di tessuto traspirante, affinché non aumenti la sudorazione e non impedisca l’evaporazione. Alcuni saponi e creme idratanti provocano secchezza; la lanolina, l’olio d’oliva o lo stesso latte materno possono essere d’aiuto per eliminare la secchezza del capezzolo.
Ragadi nel capezzolo
Le ragadi al seno sono abrasioni o piccole fessurazioni superficiali del capezzolo e dell’areola, molto dolorose. Generalmente insorgono due o tre giorni dopo il parto.
In genere, la causa delle ragadi è la non corretta posizione del lattante quando si attacca al seno. Altre cause possono essere un ingorgo di latte durante le prime fasi della montata lattea o, al contrario, la scarsità di latte. Entrambi i fattori, infatti, obbligano il lattante a poppate più energiche e più frequenti con conseguente microtrauma della parte.Spesso compaiono quando il neonato afferra il capezzolo con le gengive (la posizione corretta al contrario prevede che sia il capezzolo che l’areola vengano introdotti nella bocca del neonato). Possono manifestarsi anche se il tempo di suzione è troppo prolungato.
Per alleviare il dolore e curarle si consiglia di coprire il capezzolo e l’areola con un po’ di latte e aspettare che si asciughi e che cicatrizzi. Si tratta di un rimedio efficace, dato che il latte ha proprietà antibatteriche e antinfiammatorie.
Per ridurre il dolore si consiglia di
- iniziare ad allattare con la mammella meno colpita e dolente;
- alternare le posizioni per diminuire la pressione sulle aree doloranti e i tessuti danneggiati;
- effettuare poppate brevi e frequenti, per incoraggiare il bebè a succhiare con minor forza;
- sono altresì presenti sul mercato delle apposite creme a base di vitamine A e D.
Capezzolo piatto e introflesso o rientrante
Alcune mamme hanno i capezzoli che non sporgono a sufficienza perchè il bambino riesca a prenderli in bocca. In questo caso, già durante la gravidanza, si consiglia di estrarli delicatamente più volte al giorno, mettendo pollice e indice alla loro base e premendo, per poi tirare, abbassandoli e sollevandoli.
Un capezzolo piatto o uno introflesso o rientrante hanno come conseguenza un’alimentazione scorretta per il neonato, dato che per quest’ultimo non sarà possibile afferrarvisi, né succhiare correttamente.
Se il capezzolo può mantenersi rigido grazie a un leggero massaggio, si consiglia di tirarlo con delicatezza appena prima di allattare. Se invece il capezzolo è rientrante, si può fare uso di paracapezzoli in silicone.
Ingorgo mammario
Consiste in un ristagno di latte all'interno dei dotti galattofori e ha come effetto mammelle dure, gonfie, calde, arrossate e dolenti. Il bambino potrebbe avere difficoltà ad attaccarsi. In questo caso si può usare la spremitura manuale o il tiralatte. Prima di spremere il latte può essere d'aiuto massaggiare i seni delicatamente per 1-2 minuti o fare un massaggio rilassante alla schiena ai lati della colonna vertebrale oppure fare una doccia calda sulla schiena. Per prevenire l’ingorgo mammario si consiglia di:
- allattare al seno con frequenza;
- spremere dolcemente la mammella durante l'allattamento per consentire l'apertura dei dotti ostruiti e favorire la suzione del lattante;
- fare impacchi locali caldo-umidi che favoriscono la fuoriuscita di latte.
Mastite
La mastite è un’infezione della mammella che può essere provocata da diversi fattori: stress, congestione mammaria, capezzoli con ragadi, ecc.
I sintomi assomigliano a quelli dell’influenza: febbre, malessere diffuso, dolori muscolari, dolori al seno. Si consiglia di rivolgersi a uno specialista, poiché in alcuni casi è necessario un trattamento antibiotico.
Candidosi orale
La candidosi del cavo orale, nota anche come “mughetto”, è un'infezione sostenuta da un fungo denominato Candida Albicans, normalmente presente nella flora batterica del cavo orale. Si manifesta con chiazze biancastre, spesso confluenti tra loro, che ricoprono la lingua ma che possono localizzarsi anche a livello della mucosa delle guance e del palato. E' comune nei primi mesi di vita. Può provocare bruciore e quindi difficoltà ad alimentarsi, e determinare pianto e irritabilità. Il mughetto non è contagioso ma si può ritrovare a livello del capezzolo materno, se il piccolo è allattato al seno. I sintomi di questa infezione sono:
- capezzoli arrossati e doloranti;
- bocca del neonato arrossata e con macchie bianche.
Assenza di latte
L’assenza parziale o totale di produzione di latte materno vengono definite agalattia o ipogalattia e sono dovute a un problema ghiandolare. Si tratta di casi poco frequenti.
Il riflesso prolattinico o di produzione di latte consiste in un corretto svuotamento delle mammelle ed è stimolato dalla suzione del neonato. Il dolore, lo stress e l’ansia possono interferire nel riflesso produttivo del latte e far sì che il latte rimanga all’interno delle ghiandole mammarie.
Sia una corretta alimentazione e ingestione di liquidi, sia un adeguato riposo da parte della madre sono fattori che aiutano la produzione lattea.
Fonti:
- Ministero della Salute - Allattare al seno: un investimento per la vita - https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_303_allegato.pdf
- Pagine Mediche - https://www.paginemediche.it/benessere/mamma-e-bambino/ragadi-al-seno-e-corretta-educazione-all-allattamento
- Il nostro bambino, G. Settimo, G. Trapani - Edizioni Red - Milano, 2010
- Ospedale Bambin Gesù - https://www.ospedalebambinogesu.it/mughetto-140159/
Ultima revisione: 04/10/2023