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Percorsi cittadini

Questa è una selezione di percorsi, adatti alle donne in gravidanza e alle neo-mamme, che presentano caratteristiche simili: l’assenza di dislivello, l’assenza o la scarsa presenza di traffico e automobili, la presenza di panchine eventualmente per fare una pausa, l’accessibilità con la carrozzina.

Partendo da Piazza Vittoria Quarenghi antistante la Chiesa Parrocchiale di Longuelo si prende sulla sinistra imboccando Via Vincenzo Bellini e si prosegue in via Astino dove all'incrocio con Via Pasqualina Ripa si erge la Torre Medievale di Longuelo. Successivamente si prosegue per via Astino incrociando dopo 200 m il Monastero di Astino plurisecolare di origine vallombrosiana, non più attivo. Si riprende a ritroso via Astino fino all'incrocio con via Madonna del Bosco, si percorre questa via fino all'altezza della Parrocchia della Natività di Maria SS. al civico 58, quindi si prende la via Castello Presati. Proseguendo sulla via si incontra al civico 16 la Cappella di Sant’Anna adiacente alla Villa Carnazzi a seguire si imbocca un sentiero sterrato, via della Rovere, che costeggia il Golf Club del Parco dei Colli con possibilità di ristoro e sosta all'interno dello stesso.
Dal parco ci si muove per la prima tappa a Monte Urpinu, Cagliari, dove affacciandosi dal belvedere di viale Europa è possibile avere una visione completa dell'area protetta. Si prosegue per Quartu S.Elena costeggiando lo stagno e si rientra nel parco da Via della Musica. Si visiterà, in piccoli gruppi, un capanno situato sulle rive dello stagno, ed un altro che si trova nella stessa area verde, davanti ad un laghetto artificiale.
Punto di Osservazione: Is Arenas, spiaggia fossile nei pressi del depuratore. L’itinerario prosegue per viale Colombo e viale Poetto da dove si possono osservare le vasche delle saline e seguire il processo della salinazione.
Ultima sosta alla Città del Sale, entrata ufficiale del parco dal comune di Cagliari. Possibile visita su prenotazione all'edificio dei Sali Scelti, sede del Parco.
Il percorso pedonale si sviluppa per 3 Km circa, inizia dalla piazzetta in fondo a via Simone Cantoni in corrispondenza di Villa Olmo e termina presso la piazzetta Baratelli situata subito dopo Villa Geno. Complessivamente la passeggiata è lunga circa 6 Km.
Partendo da Via Cantoni ci si avvia verso la passeggiata Lino Gelpi lasciando alle spalle Villa Olmo. Lungo il percorso, sulla destra, si possono ammirare varie Ville settecentesche quali Villa Volontè, Villa Parravicini, Villa Gallia, Villa Saporiti sede dell’Amministrazione Provinciale di Como e Villa Scacchi. Si giunge quindi al Piazzale Somaini e si prosegue a sinistra verso l’Hangar di Como attualmente scalo europeo per gli idrovolanti. Subito dopo percorrendo Viale Puecher, si costeggiano lo Yacht Club MILA CVC sede delle due storiche società Motonautica Italiana Lario e Circolo Vela Como. Proseguendo lungo Viale Puecher si incontra la sede della Canottieri Lario che, fondata nel 1891, rappresenta la più antica società di canottaggio del Lago di Como. Di fronte si erge lo stadio Giuseppe Sinigaglia costruito tra il 1925 e il 1927 su progetto dell’Architetto Giovanni Greppi. Proseguendo ci si avvicina al Monumento ai Caduti progettato dagli architetti Giuseppe e Attilio Terragni, su disegno di Antonio Sant’Elia. Di seguito troviamo il Tempio Voltiano inaugurato nel luglio 1928. Il percorso prosegue verso il Lago Mafalda di Savoia sulla cui destra si trova il Monumento alla Resistenza Europea posto nei giardini pubblici. Di fronte si trova la Diga foranea, opera di sbarramento che serve a proteggere il lungolago dal moto ondoso, costruita negli anni ’60.
Si prosegue quindi a sinistra sul Lungo Lario Trento e dopo aver costeggiato Piazza Cavour e percorso Lungo Lario Trieste si raggiunge la Stazione di Como Nord Lago terminal della linea Como – Milano delle Ferrovie Nord. Svoltando a sinistra ci si avvia verso Piazza Alcide De Gasperi dove si trova la Funicolare Como-Brunate inaugurata l’11 novembre 1894. Proseguendo il nostro percorso si giunge a Villa Geno costruita dalla marchesa Menafoglio alla fine del 1700. Subito dopo troviamo la Piscina Trolli sede della Como Nuoto, fa parte delle opere costruite per la sede della società nel 1972. Raggiungiamo infine il termine del percorso in corrispondenza di piazzetta Baratelli dedicata all’indimenticato presidente dell’Associazione “La Stecca” commendator Felice Baratelli.
Questo percorso, di interesse storico, paesaggistico e ambientale, si svolge a ovest, a valle di Firenze, in riva destra e sinistra d’Arno, tra il Ponte all’Indiano e la passerella dell’Isolotto, attraversando il parco storico e monumentale delle Cascine.
Si può estendere - grazie ai percorsi collegati - ai borghi di Peretola, Quaracchi e Brozzi (in riva destra) e a quelli di Mantignano, Ugnano, San Bartolo a Cintoia, Santa Maria a Cintoia e le Torri in riva sinistra, snodandosi in quella che fu (e in parte tuttora è) la campagna fertile della piana, fatta di orti, frutteti, campi a seminativo, antiche case coloniche e da lavoratore: una maglia di poderi ancora estesa e leggibile, nonostante la presenza di infrastrutture “pesanti” e l’espansione edilizia più o meno recente che hanno “eroso” parte del territorio naturale.
E’ un itinerario facile, completamente piano, che si sviluppa all’interno del parco offrendo, a chi lo percorre, il piacere della vicinanza del fiume, con le sue pescaie, le rive popolate di alberi d’alto fusto, la sua variegata avifauna, le zone di gioco, sosta, relax, attività sportiva e ricreativa. Un percorso che ha il suo cuore nel verde e nel fiume, che a valle della città ritorna alla sua dimensione naturale e ci offre vedute di grande bellezza e serenità. E che può saldarsi, in continuità, con il bel Parco dei Renai, a Signa.
Antica zona portuale riprogettata da Renzo Piano nel 1992, è divenuta oggi centro turistico della città dove è possibile prendere l’aperitivo, cenare, fare shopping, guardare un film, pattinare su ghiaccio, tuffarsi in piscina ... o fare una bella camminata!
Arrivando in fondo al molo dove sono ubicati i Magazzini del Cotone, a un passo dalla Lanterna, Genova e il suo Golfo, si lasciano ammirare in tutta la loro bellezza. Le colline fanno da sfondo a questo suggestivo panorama, colorate di giorno e illuminate di sera.
Oltre all’Acquario, altre attrazioni dell’area sono: l’ascensore panoramico Bigo (che riprende nella forma e nel nome le antiche gru da carico manuali), la Biosfera, la Città dei Bambini, museo ludico e interattivo per bambini tra i 2 e i 14 anni, e il Museo Luzzati, ospitato all’interno dell’antica Porta Siberia e dedicato al famoso scenografo genovese. Inoltre, è visitabile il rinnovato Museo Nazionale dell’Antartide, che racconta la storia delle spedizioni italiane sul continente più lontano e misterioso.
Milano è una città che inaspettatamente offre diversi itinerari per chi vuole tenersi in forma e praticare attività fisica all’aria aperta, numerosi sono infatti i parchi cittadini che ben si prestano alla pratica di sport quali walking, running, jogging e fitwalking. Nella zona ovest c’è il Boscoincittà, bosco urbano con 20.000 alberi; in quella nord-ovest quartiere QT8 il Montestella o “Montagnetta di San Siro” area vasta 370.000 mq realizzata su terrazze e gradoni; tra Milano e Sesto San Giovanni c’è il Parco Nord che si estende per oltre 250 ettari; lungo il fiume Lambro troviamo il Parco Lambro; in prossimità dell’aeroporto di Linate si estende il Parco Forlanini.
Nella stessa area, ad est di Milano in fondo a viale Forlanini, si trova l’Idroscalo oasi verde e polo sportivo cittadino molto conosciuto definito “il mare dei milanesi”. L’Idroscalo è stato realizzato a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso come scalo per idrovolanti, all’epoca aereo di linea per eccellenza sulle grandi distanze, la vocazione sportiva ha però prevalso sin dagli albori quella aviatoria imponendosi come bacino per la pratica di molti sport acquatici. Il bacino artificiale alimentato da acque sorgive e da quelle provenienti dal Naviglio Martesana è lungo 2.600 metri, largo tra i 250 e i 400 metri e profondo da 3 a 5 metri ed è inserito in un parco naturale di circa 1.600.000 metri quadrati all’interno del quale si sviluppa un bellissimo percorso ottimo per il fitwalking. Si tratta di un circuito circolare di pochi metri superiore ai 6 Km che si snoda su un tracciato misto (4,8 Km su asfalto e 1,4 Km su sterrato) lungo il perimetro del bacino idrico. Il percorso è bene attrezzato sono presenti infatti delle utili paline di 2 metri di altezza posizionate ogni 200 metri che consento di rilevare la distanza percorsa ed eventualmente i tempi, diverse fontanelle che dispensano acqua e permettono con facilità di dissetarsi e molte panchine per una sosta e un po’ di meritato riposo dopo l’allenamento.
Nella stagione estiva è inoltre possibile, a pochi chilometri dal centro di Milano, sentirsi al mare, è infatti presente uno stabilimento balneare con ombrelloni, sdraio e noleggio di imbarcazioni.
Noto ai milanesi anche come La Montagnetta di San Siro, è un rilievo artificiale che si trova nella zona nord-ovest di Milano. Si tratta di una collinetta artificiale formata inizialmente con l'accumulo di macerie provocate dai bombardamenti, effettuati dagli Alleati, durante la seconda guerra mondiale e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei bastioni, avvenuta dopo il 1945. Il progetto si deve all'architetto Piero Bottoni, che lo dedicò alla moglie Elsa Stella, da cui la collina prende il nome. La collina artificiale ha un'altezza di quarantacinque metri sul piano sottostante. Nel progetto originario del 1946, avrebbe dovuto essere alta il doppio, ma venne limitata a causa di spinte laterali del terreno che potevano creare problemi ai vicini edifici di via Isernia, sul lato orientale.
Si provvide prima all'allestimento di gradoni in cemento e successivamente all'accumulo dei detriti e della terra di riporto realizzando il Parco Monte Stella. Il parco è realizzato su gradoni a salire, collegati da una strada panoramica che, girando attorno al monte, ne raggiunge la cima da dove si ha un'ampia vista della città e del suo hinterland e, in caso di visibilità favorevole, si riesce a vedere l'intero Arco Alpino e, a sudovest, l'Appennino emiliano.
Il Parco Lambro è uno dei più grandi della città di Milano. Per anni, coi suoi oltre novecentomila metri quadrati, è stato il maggiore in assoluto. Oggi il comune ne dichiara una superficie minore, tenendo conto di quanto perduto negli anni con la costruzione della tangenziale e l'ampliamento e la sistemazione del cimitero di Lambrate.
Il progetto di Enrico Casiraghi si poneva l'obiettivo di riprodurre una sintesi del tipico paesaggio lombardo, dalla collina alla pianura ricca di acque e dalla vegetazione tipica dei diversi ambienti: la collina con le valli e due piccoli laghi, la pianura intersecata dal fiume e da innumerevoli rogge immissarie ed emissarie; boschi di querce e carpini bianchi, salici lungo le sponde, cascine con prati irrigui e arativi. Purtroppo del parco originale rimane molto poco, perché molti alberi furono tagliati per ricavarne legna da ardere, durante la guerra, e ripiantati in seguito con una piantumazione non selettiva.
Il Parco Sempione è una zona verde della città di Milano. Realizzato a fine Ottocento sull'area già occupata dalla piazza d'armi, occupa un'area di 386.000 m², completamente cintata e videosorvegliata. Il nome deriva dal corso Sempione, il monumentale asse stradale realizzato in epoca napoleonica sul tracciato della storica via del Seprio, con la nuova porta Sempione erede dell'antica porta Giovia. Il Parco Sempione sorge dove un tempo si trovava il parco ducale visconteo chiamato "Barcho" e situato vicino al Castello Sforzesco, esso venne ingrandito e cintato degli Sforza fino a diventare ampio oltre 3 milioni di metri quadri. Il parco era un bosco composto prevalentemente da querce e castagneti e abitato anche da animali esotici introdotti dall'uomo. La flora del parco Sempione è molto ricca e varia e le guardie ecologiche volontarie vi hanno organizzato due percorsi botanici con il riconoscimento di cinquanta specie a uso delle scolaresche, cui viene consegnata anche una piccola guida illustrata gratuita.
Questo percorso consente di godere del bellissimo lungomare di Napoli, percorrendo Via Caracciolo, lunga ed ampia promenade che, fiancheggiando il Parco della Villa Comunale e la Riviera di Chiaia, costituisce (con via Nazario Sauro, via Partenope e via Acton) appunto parte del lungomare della città.
Il suo nome ricorda l'ammiraglio Francesco Caracciolo, eroe della Repubblica Partenopea, impiccato nel 1799 da Nelson all'albero maestro della sua nave e gettato nelle acque del Golfo di Napoli, il cui cadavere riemerse e fu raccolto sul litorale di Santa Lucia.
Creata su una colmata nel 1869-80, la grande strada è considerata una delle più belle litoranee del mondo, e corre fino a Mergellina con visioni panoramiche sulla città e sulle colline del Vomero e di Posillipo.
È separata dal mare solo da alcune scogliere artificiali, che hanno preso il posto delle antiche spiagge.
Il percorso attraversa la zona di Mergellina che si estende tra il largo Sermoneta e la Torretta. Si trova in riva al mare, ai piedi della collina di Posillipo. Il suo stesso nome è legato alla posizione sul Golfo: deriva infatti dal termine "mergoglino" (uccello acquatico).
Celebrata nei secoli per la sua bellezza da pittori e poeti, la zona è stata completamente modificata dalle colmate che hanno avanzato la linea costiera nella seconda metà del XIX secolo, trasformando l'antica via Mergellina, che correva lungo la riva del mare a partire dalla riviera di Chiaia, in una strada interna su cui affacciarono i nuovi palazzi di stile eclettico del viale Elena (oggi viale Gramsci). L'ultimo intervento sul lungomare di Mergellina fu negli anni trenta del XX secolo, quando fu realizzata la colmata che permise il prolungamento di via Francesco Caracciolo (che divenne il nuovo lungomare di Mergellina) fino al largo Sermoneta e dunque a via Posillipo. Sulla colmata nel 1939 fu posta la fontana del Sebeto.
Dal porticciolo di Mergellina (un tempo di pescatori, oggi turistico, con il molo Luise che funge da luogo di passeggio sul mare) partono quotidianamente gli aliscafi per le isole del golfo.
Mergellina è caratterizzata anche dalle rampe di Sant'Antonio, sistemate dal viceré Medina de Las Torres nel 1643, che salgono dal limite nord di piazza Sannazaro e prendono il nome dalla chiesa di Sant'Antonio a Posillipo, situata sulla loro sommità. Sono inoltre presenti l'antica Fontana del Leone (detta anche del Mergoglino) lungo via Mergellina, l'ottocentesca Fontana della Sirena in piazza Sannazaro e la chiesa di Santa Maria del Parto, fondata (su un podere avuto in dono da Federico d'Aragona) dal poeta Jacopo Sannazaro, ivi sepolto.
Napoli è una città in grado di offrire scorci suggestivi e caratteristici che ne fanno una città unica, tra questi si annovera il Parco di Capodimonte, oasi verde molto conosciuta e frequentata dai napoletani che la chiamano “Bosco di Capodimonte”. Maggiore area verde di Napoli, il parco si estende per 134 ettari presentandosi con boschi intervallati da ampie prateria, valloni solcati da piccoli torrenti e aree ricche di cave, peculiarità delle colline napoletane. Il parco fu voluto da Carlo III di Borbone nel 1734, fu concepito inizialmente come riserva di caccia ma con Re Ferdinando II fu trasformato in giardino all’inglese assumendo l’aspetto che conserva attualmente. L’area adiacente il Museo di Capodimonte, che è ubicato all’interno della Reggia di Capodimonte, è caratterizzata da ampi prati con varie specie vegetali, in quest’area oltre alla Reggia vi sono diversi fabbricati edificati principalmente nel ‘700 come il Casino dei Principi, il Palazzo Palazzotti, le Scuderie e la Chiesa di San Gennaro.
L’ingresso del parco vero e proprio è delimitato dalla Porta di Mezzo dalla quale si dipanano cinque viale principali che a loro volta hanno vari bivi e diramazioni per un numero complessivo di oltre cento tra vialetti e sentieri, i percorsi a disposizione per camminare e praticare attività motoria sono quindi molteplici e vari e possono essere modulati a seconda del livello di allenamento. Il primo “Stradone” sulla destra conduce verso il Vallone Amendola come il secondo viale che raggiunge un finto rudere, il Grottino, dopo aver attraversato aree a bosco. Il viale di mezzo, il più lungo e suggestivo per la copertura a “Grottone”, corre diritto per più di un chilometro e mezzo da Porta di Mezzo fino al confine nord del parco concludendosi in uno slargo dove sorge un piccolo manufatto di mattoni il Roccolo dal quale si gode un’ampia veduta sul panorama dei vecchi casali e sul ripido pendio che degrada fino al Cavone Maiano, lungo il tracciato di questo stradone partono diversi percorsi che raggiungono i Valloni di San Gennaro e dei Cervi e si affacciano alcuni edifici rustici quali il Fabbricato San Gennaro, il Fabbricato Cutaneo e la Vaccheria. Quello adiacente attraversa quasi l’intero Bosco lambendo il vallone di San Gennaro mentre l’ultimo, denominato “Stradone della Porcellana” giunge al Fabbricato Porcellana già Real Fabbrica della Porcellana.
Il Parco della Favorita o Real Tenuta della Favorita è l’area verde più estesa della città di Palermo. La sua realizzazione si deve a Ferdinando III di Borbone che nel 1798 costretto a lasciare Napoli invasa dall’esercito francese ripiegò a Palermo, per riprodurre le bellezze della reggia di Portici fece espropriare una superficie di 400 ettari di terre che si estendevano dalla Piana dei Colli al Pantano di Mondello creando il Real Parco della Favorita che come la reggia ispiratrice offriva la duplice attrazione della caccia e della pesca.
L’ingresso principale del parco è in Piazza Leoni e si estende dalle falde di Monte Pellegrino, promontorio calcareo alto oltre 600 metri che caratterizza il panorama di Palermo, alla Contrada Pallavicino. I viali principali del parco sono intitolati a figure mitologiche: Viale Diana quello più vicino alle falde del monte alla dea della caccia, Viale d’Ercole all’eroe delle 12 fatiche e Viale di Pomona alla dea della frutta e dei giardini. I viali erano in origine destinati al lento passeggio per godere, soprattutto d’estate della frescura della rigogliosa vegetazione, ora sono utilizzati come arterie di attraversamento veloce raccomandiamo quindi prudenza nel loro attraversamento. Il Viale d’Ercole termina in una fontana costruita agli inizi del 1800 con gusto neoclassico, nel cui centro su una colonna dorica è posta la statua dell’eroe. Lungo il Viale Diana, in prossimità dei torrioni utilizzati come depositi di armi e dei percorsi di caccia, venne costruito un lungo ed imponente edificio adibito a scuderia e magazzino per l’ammasso del sommacco utilizzato per la concia chiamato oggi Casa Natura. All’interno del parco fu inoltre costruita tra il 1798 e il 1802 la Palazzina Cinese, dimora di Ferdinando IV durante il suo esilio forzato. Nata su una costruzione pre-esistente, la Casina ai Colli del barone della Scala, fu ricostruita ed ampliata, in deroga all’imperante moda neoclassica, mantenendo lo stile, la foggia ed il gusto cinese della Casina pre-esistente . Dietro la Palazzina Cinese venne impiantato un giardino secondo il gusto francese del ‘700 il cui spazio chiuso e definito contrastava con il parco.
Appena fuori dal parco, sul margine est (Viale del Fante) sorge la settecentesca Villa Valguarnera di Niscemi che conserva ancora buona parte dell’arredo originario, oggi sede di rappresentanza del Sindaco di Palermo.
Circuito che si presta ad essere ripetuto più volte. Pur essendo in una zona centrale molto ben servita dai mezzi pubblici si può godere di un po’ di verde e fare delle deviazioni all’interno del Parco degli Scipioni e delle Terme di Caracalla. Le Terme di Caracalla (in latino: Thermae Caracallae) o Antoniniane (dal nome della dinastia degli Antonini) costituiscono uno dei più grandiosi esempi di terme imperiali di Roma, essendo ancora conservate per gran parte della loro struttura e libere da edifici moderni. Furono volute dall'imperatore Caracalla sull'Aventino, tra il 212 e il 217 d.C, come dimostrano i bolli laterizi, in un'area nei pressi del Circo Massimo, costruito dal re Tarquinio Prisco.Queste terme erano le più sontuose della capitale dell'Impero romano, benché destinate all'uso di massa del popolino dei vicini quartieri popolari della XII Regio, mentre le classi sociali più altolocate erano solite frequentare le terme di Agrippa, quelle di Nerone o soprattutto le terme di Traiano sull'Esquilino.Le terme di Caracalla furono superate in grandezza solo da quelle, successive, di Diocleziano; tuttavia le rovine delle terme di Caracalla sono l'esempio più integro di grandi terme imperiali, libero da superfetazioni di epoca successiva.
Roma è una città che non ha bisogno di descrizioni, il suo patrimonio artistico è conosciuto in tutto il mondo ed il suo fascino è senza tempo.
Oltre agli itinerari più noti mirati alla scoperta delle bellezze artistiche ed architettoniche della città è possibile conoscerla percorrendo a piedi i tanti parchi, delle vere e proprie oasi verdi in cui staccare dal traffico e dal caos cittadino e ritemprarsi facendo dell’attività motoria all’aria aperta. Le possibilità sono davvero molteplici, le passeggiate del Gianicolo e del Pincio sono le più conosciute, dalla Passeggiata del Gianicolo si gode uno dei panorami più suggestivi del centro storico di Roma, è costituita da grandi viali alberati ottimi per camminare e fare jogging che si riuniscono nel piazzale Garibaldi per proseguire in un’unica strada che scende a tornanti verso la Chiesa di Sant’Onofrio; la Passeggiata del Pincio è tra i luoghi prediletti da turisti e romani, situata tra Piazza del Popolo e Villa Medici è collegata direttamente a Villa Borghese attraverso via delle Magnolie, portata a compimento tra il 1811 e il 1823 la passeggiata è stata fino alla metà del ‘900 il vero e proprio parco cittadino.
Per una gita “fuori porta” pur restando in città o per godere di spazi più ampi è possibile scegliere tra diversi parchi ed aree verdi: il Parco del Pineto Sacchetti ubicato lungo l’omonima via nel quartiere Trionfale a pochi passi da Città del Vaticano, comprende una zona pianeggiante a pineta ed una grande vallata denominata Valle dell’Inferno è un’oasi naturalistica di grande importanza; il Parco degli Scipioni copre un’area compresa tra le antiche vie Latina ed Appia all’interno della cerchia delle Mura Aureliane qui alberi ad alto fusto e piante mediterranee fiancheggiano i resti archeologici; il Parco del Colle Oppio si estende sull’area dell’omonimo colle, uno dei sette del primitivo di Roma, ed alterna ampie zone di verde e resti monumentali di grande importanza e interesse come il padiglione della Domus Aurea neroniana, le Terme di Tito e di Traiano; il Parco della Mole Adriana che prende il nome dal mausoleo fatto edificare dall’imperatore Adriano, l’area fu trasformata in parco ad inizio ‘900 in occasione dell’Esposizione Universale di Roma; il Parco S. Gregorio al Celio ricavato dall’antico orto del monastero di S. Gregorio si estende sul versante occidentale del Celio; Parco Savello anche noto come Giardino degli Aranci piccolo terrazzo sull’Aventino che affaccia sul Tevere, il parco si estende nell’antico fortilizio eretto dalla famiglia dei Savelli alla fine del 1.200 presso la chiesa di Santa Sabina sull’Aventino; il Parco di Monte Mario posto sull’omonimo colle nella zona nord-ovest della città.
Di grande interesse sono infine i parchi collegati alle grandi ville borghesi ed aristocratiche: i Giardini del Quirinale ed i Giardini di S. Andrea al Quirinale area verde nel cuore della città; i giardini di Villa Balestra adagiati sulla sommità dei Monti Parioli; i giardini di Villa Fiorelli; il parco di Villa Glori situato sulla collina che domina l’ansa del Tevere immerso tra i quartieri Parioli e Flaminio ha una conformazione irregolare giardino naturale e un po’ selvaggio e parco idealmente progettato secondo un tracciato regolare; i giardini di Villa Grazioli, il parco di Villa Ada Savoia tra i più ampi della città dove sono stati inseriti appositi percorsi attrezzati per lo sport; il già citato parco di Villa Borghese tra i più estesi, delimitato da ben nove ingressi; il parco di Villa Torlonia che si estende lungo la via Nomentana per 16 ettari ed il parco di Villa Doria Pamphilj di cui proponiamo l’itinerario.
Villa Pamphili è il più grande dei parchi romani e una delle ville meglio conservate. La villa iniziò a configurasi come fastosa residenza di campagna durante il pontificato di Innocenzo X a metà del ‘600, in quegli anni Camillo Pamphilj fede edificare il Casino del Bel Respiro con gli annessi giardini, ristrutturò l’edificio di Villa Vecchia e commissionò la realizzazione di alcune delle fontane principali del parco. Nel Settecento la Villa venne ampliata attraverso l’annessione di terreni limitrofi e venne realizzato il Giardino dei Cedrati, a fine ‘800 ci fu l’ultimo grande ampliamento della Villa con l’acquisizione della Villa Corsini a Porta San Pancrazio. L’intera Villa è di proprietà del Comune di Roma l’accesso al parco che dispone di percorsi ciclopedonali e percorsi ginnici attrezzati è quindi libero e gratuito. Questo grande parco è tra le mete preferite degli amanti del jogging, del fitwalking e del nordic walking che possono godere di un ambiente ricco di natura e storia.
Costeggiando la Villa e seguendo i sentieri presenti nel parco si riesce a coprire una distanza di 7 Km circa su un terreno che non presenta difficoltà accessibile a tutti, costeggiando il perimetro del parco si raggiunge invece una distanza di 12 Km.
Torino è una città che consente di vivere la storia immersi nella natura. Partendo dal centro città, da Piazza Vittorio, si può imboccare ai Murazzi il lungo Po, lasciandosi alle spalle la Gran Madre, dopo pochi passi si entra nello scorcio più verde della città, il Parco del Valentino. Polmone verde della città è ormai tra i simboli della prima capitale d’Italia al pari della Mole Antonelliana la cui guglia, dal parco, si scorge in lontananza; terreno ideale per tutti gli appassionati di sport, è la piacevole meta per fitwalkers, podisti, pattinatori, ciclisti nonché pescatori che attendono pazienti un movimento della canna da pesca e canottieri che solcano con vigore le acque tranquille del grande fiume che costeggia il parco.
Per i fitwalkers è però una meta privilegiata per i suoi sentieri pianeggianti, asfaltati o dal terreno regolare privo di avvallamenti, che consentono la regolarità del passo.
Entrando da Corso Cairoli si viene accolti da una folta vegetazione e collinette erbose che ci ricordano quanto sia piacevole camminare a contatto con la natura, proseguendo lungo il sentiero asfaltato si incontra il Castello del Valentino, sede della facoltà di architettura, il Giardino roccioso e il Giardino montano realizzati in occasione del centenario dell’Unità d’Italia e il Borgo Medievale e la sua Rocca, creato per l’Esposizione Generale del 1884 ed ancora oggi apprezzata meta turistica. Dopo una visita tra le antiche botteghe del borgo si può proseguire verso la Fontana dei Dodici Mesi e tornare al punto di partenza percorrendo o i sentieri sterrati interni del parco, alla ricerca di un po’ di tranquillità, o Viale Medaglie d’Oro, percorso ampio ed asfaltato, per procedere a passo più svelto.
Il circuito di Fitwalking descritto si sviluppa all’interno del Parco del Valentino per circa 4 Km (andata e ritorno). Per chi volesse percorrere un tratto di strada più lungo è inoltre possibile seguire il lungo Po in direzione Moncalieri e raggiungere le Vallere dove ha sede l’ente di controllo del fiume Po. Il Parco delle Vallere permette inoltre di estendere ulteriormente il percorso utilizzando i sentieri che si snodano al suo interno.
Il Parco del Valentino si presta molto bene alla pratica del Fitwalking in virtù della conformazione pianeggiante dei vari percorsi e della possibilità di utilizzare larghi tratti di strada asfaltata.
In un contesto come questo è veramente possibile utilizzare tutte le diverse metodologie di training, così come dedicarsi con soddisfazione ad un più tranquillo Fitwalking che permetta di accedere a tutti i benefici salutistici che l’attività offre.
Il Parco della Pellerina (ufficialmente Parco Carrara) è il più grande parco cittadino della città di Torino, con un'estensione di 837.220 m² (83,7 ettari). È collocato nella zona ovest della città tra il corso Regina Margherita a nord, il corso Appio Claudio a sud, via Pietro Cossa a ovest e corso Lecce a est.
Fa parte del quartiere residenziale Parella ed è attraversato dal corso del fiume Dora Riparia. Viene chiamato Parco della Pellerina da un'antica cascina, ubicata all'esterno del parco, per la precisione all'intersezione di c.so Regina Margherita e via Pietro Cossa, che reca il nome di cascina della Pellerina. Una possibile, ma interessante interpretazione del nome deriva dall'accostamento della dizione pellerina, abitualmente utilizzato per denominare gli edifici o i locali dove venivano giudicati ed esposti i debitori insolventi (vedi l'ala del Comune di Villafranca Piemonte che ne mantiene il nome), con la pietra della berlina o pera berlina dove venivano messi appunto alla berlina gli stessi soggetti. In Piemonte se ne trovano esempi numerosi. Esiste un'altra possibile interpretazione: la cascina è situata lungo la strada che da Mont Saint Michel passa per la Sacra di San Michele in Val di Susa e termina al Santuario di San Michele Arcangelo, a Monte Sant'Angelo, conosciuta anche con il nome di "via di San Michele", il quale era un percorso frequentato da molti pellegrini e sembra che in questa località trovassero rifugio per la notte. Di qui il nome del luogo, dove in seguito nacque la Cascina e "la Pellerina" sarebbe una contrazione del nome "la Pellegrina". Il parco è ufficialmente dedicato a Mario Carrara (1866-1937), antropologo dell'università di Torino, uno dei soli 15 docenti universitari su oltre 1.200 che rifiutarono il Giuramento di fedeltà al Fascismo, ma è noto ai torinesi come Parco della Pellerina. La prima idea del parco venne agli inizi del '900, ma soltanto negli anni 1930 incominciarono i lavori. La costruzione del parco continuò dopo il conflitto mondiale e ottenne la sistemazione attuale negli anni 1980. Il corso del fiume Dora Riparia all'interno del parco fu ampiamente modificato, rendendolo molto più lineare.