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Lo iodio, un micro elemento di macro importanza

Lo iodio è un minerale prezioso per la nostra salute. Infatti è indispensabile per il funzionamento della ghiandola tiroidea, e deve essere introdotto con la dieta.

La conseguenza più evidente della carenza di iodio è l’ipotiroidismo, con il manifestarsi del “gozzo”, ovvero l’aumento del volume della tiroide.
Come conseguenza, l’ipotiroidismo causa un rallentamento generale delle funzioni metaboliche con sintomi come la sensazione di freddo, depressione, sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione, aumento di peso e stipsi.
Nella donna in gravidanza, a questi effetti negativi se ne sommano altri di grande peso, sia a carico della mamma che a carico del feto: ipertensione gravidica, basso peso alla nascita, emorragia post-partum, ma il più importante è che l’ipotiroidismo materno provoca un danno allo sviluppo neurologico ed intellettivo del neonato.

Il principale serbatoio di iodio è il mare

La nostra fonte di iodio è ciò che mangiamo. La presenza di iodio negli alimenti e nelle acque è però molto variabile, e spesso è scarsa rispetto ai fabbisogni umani.
Il principale serbatoio di iodio è il mare, e quindi tutti gli alimenti di origine marina ne sono ricchi.
Per questo motivo, si potrebbe pensare che il territorio italiano, circondato com’è dalle acque del mare, ci garantisca un sufficiente apporto di iodio alimentare. Invece sorprenderà sapere che ben 5-6 milioni di italiani sono esposti ad una carenza iodica ambientale.

La SINU (Società Italiana Nutrizione Umana, www.sinu.it) raccomanda un’assunzione media quotidiana di 150 microgrammi (mcg) di iodio. In alcune zone d’Italia, come l’Abruzzo o la Sicilia, l’assunzione media giornaliera oscilla tra 50 e 100 mcg, quindi livelli molto più bassi del dovuto.
Già da parecchi anni il Ministero della Salute ha invitato le aziende produttrici ad addizionare di Ioduro di Potassio il sale da cucina, che possiamo trovare al supermercato come “sale iodato”. Questo intervento di “iodoprofilassi” ha dato indubbiamente buoni risultati nel ridurre l’incidenza di ipotiroidismo in alcune zone dove il gozzo era endemico, ma non è stato risolutivo.

Il discorso si fa ancora più delicato quando ci riferiamo alla donna in gravidanza. Infatti, in questo particolare momento della vita, il fabbisogno di iodio sale a 200-250 mcg al giorno.
Per spiegare questa aumentata richiesta, dobbiamo pensare che la tiroide della mamma deve produrre più ormoni tiroidei, per fare fronte alle esigenze sia dell’organismo materno sia del feto. La tiroide della donna in gravidanza va quindi incontro ad un “super-lavoro”, che deve essere supportato da un aumento della disponibilità nutrizionale di iodio.
Ecco perché gli specialisti raccomandano un’assunzione di iodio maggiore in gravidanza (200 mcg al dì).
Allo stesso tempo però, è molto difficile fare fronte a questa aumentata richiesta di iodio con l’alimentazione, anzi: in gravidanza è controindicato eccedere con il sale da cucina, e sarebbe invece una buona abitudine sforzasi di ridurlo.

Ma allora come fare a raggiungere il fabbisogno quotidiano di iodio in gravidanza?
Gli esperti consigliano alle donne di associare integratori contenenti 150 mcg di iodio, che soddisfino il fabbisogno quotidiano di tale elemento, ad una sana dieta iposodica.
Tale dose giornaliera, sommata a quanto introdotto con gli alimenti, fa sì che la futura mamma raggiunga i 200-250mcg di fabbisogno quotidiano di iodio.
Gli esperti consigliano alla gestante di non superare la dose massima di 600 mcg di iodio al giorno. Il “margine” di sicurezza, quindi, è di gran lunga superiore a quello che una futura mamma assume con la dieta e con l’integrazione alimentare corretta.
Al bando quindi l’incertezza: integrare la dieta con 150 mcg di iodio al dì è assolutamente sicuro e benefico per la mamma.