X
GO

Il decalogo delle “Buone pratiche in ginecologia”

Ginecologia e gravidanzaSi tratta del risultato del Congresso Nazionale congiunto Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e Agui (Associazione Ginecologi Universitari Italiani), dal titolo “Obiettivo donna: la buona pratica medica”, svoltosi ad ottobre 2017 a Roma. 

Le Buone Pratiche in ginecologia hanno l’obiettivo di mettere a fuoco che cosa è realmente corretto fare o non fare, al di là delle consuetudini e nel rispetto delle linee guida supportate da evidenze scientifiche. Allo stesso tempo, il decalogo delle buone pratiche in ginecologia vuole rispondere in modo chiaro alle tante domande sollevate dalle donne in merito ai cosiddetti casi a “basso rischio”, anche se spesso sono quelli più ricchi di incognite e sorprese. 

È interessante notare come circa la metà di queste buone pratiche abbiano a che fare con la gravidanza. 

Ecco un riassunto del decalogo con i "veri" e i "falsi" nella pratica del ginecologo:

  1. Il riposo al letto in caso di gravidanza complicata è sempre necessario.
    FALSO: è utile solo in casi specifici in cui i benefici per il buon esito della gravidanza superano gli effetti collaterali dell’immobilità prolungata, come ad esempio il rischio di trombo-embolico e la riduzione della massa muscolare, e il disagio psicologico della mamma costretta a casa e a letto.
     
  2. Il numero corretto di ecografie da fare in gravidanza è 3.
    FALSO: Le ecografie “essenziali” da fare in gravidanza sono due e non tre e verificano la regolarità del battito, la crescita e la posizione del feto. Lo confermano anche i nuovi LEA. La prima ecografia si effettua nel primo trimestre e l’altra nel secondo, tra la 19a e la 21a settimana. Eventuale ulteriore ecografia nel terzo trimestre, tra la 30a e la 32a settimana, va valutata dall’ostetrica/ginecologo caso per caso. L’obiettivo generale è quello di non medicalizzare eccessivamente una gravidanza fisiologica in assenza di fattori di rischio.
     
  3. I vaccini in gravidanza sono pericolosi.
    FALSO:
    I vaccini in gravidanza non sono pericolosi, “ad eccezione di quelli vivi attenuati”, ricorda la Presidente di Aogoi, Elsa Viora. E in tutti casi va sempre valutato il rapporto costo/beneficio. Invece la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata in quanto priva di sostanziali controindicazioni e preventiva nei confronti del rischio di un travaglio prematuro e pericoloso per il neonato, in caso di febbre molto alta della futura mamma.
     
  4. La diagnosi preimpianto è indicata per tutte le coppie fertili.
    FALSO: La diagnosi preimpianto non è indicata per tutte le coppie fertili, ad esempio per quelle a basso rischio riproduttivo di patologie genetiche. Si fa eccezione per le coppie che hanno un alto rischio riproduttivo di patologie genetiche e per le coppie che devono ricorrere a tecniche di fecondazione assistita, che sono state correttamente informate dei limiti dell’indagine. La diagnosi preimpianto è infatti in grado di rilevare eventuali malattie ereditarie gravi, evitando così di dover ricorrere all'aborto.
     
  5. L’ecografia pelvica e il Pap-test vanno eseguiti ogni anno.
    VERO: La raccomandazione è quella di eseguire ogni anno, insieme alla visita ginecologica, anche il Pap-test e l’ecografia pelvica. Le eccezioni sono rappresentate dalle donne che hanno effettuato il vaccino contro il papilloma virus (sicuro ed efficace per il Presidente della Sigo, Giovanni Scambia) che possono osservare intervalli più dilazionati, fino a tre anni, fra un controllo e l’altro. Al contrario, le donne giovani che hanno un rischio familiare di tumore alle ovaie o al seno è bene che facciano l’ecografia pelvica ogni 4 mesi.
     
  6. Esistono soltanto soluzioni ormonali per ridurre le vampate in menopausa.
    FALSO: Oltre alla terapia ormonale sostitutiva, nei casi in cui i sintomi siano di lieve entità, è possibile ricorrere a trattamenti alternativi, come ad esempio i fitoestrogeni, afferma il Presidente di Agui, Nicola Colacurci. I fitoestrogeni “sono sostanze naturali - tra le più comuni quelle derivanti dalla soia - che, avendo una struttura simile a quella degli estrogeni prodotti dall'organismo femminile, aiutano a riequilibrare l'assetto ormonale della donna”.
     
  7. È possibile fare diagnosi precoce dei tumori dell’endometrio.
    VERO/FALSO: Ovvero sì e no in quanto in mancanza di dati scientifici certi ci si avvicina ad effettuare una diagnosi precoce con ecografia transvaginale e gli esami citologici dell’endometrio solo per alcuni tipi di tumori, come quelli ormono-dipendenti. Al contrario per gli altri tipi di tumori dell’endometrio meno frequenti si è ancora lontani da questo tipo di diagnosi.
     
  8. Gli esami del sangue sono sempre necessari prima di iniziare la contraccezione ormonale.
    FALSO: Nelle donne a basso rischio gli esami ematologici non sono considerati un requisito preliminare all'inizio della contraccezione ormonale. Ciò che è indispensabile è invece secondo gli esperti l’attenta anamnesi del ginecologo del profilo personale e della storia familiare della paziente, al fine di individuare gli eventuali esami specifici da effettuare prima di prescrivere la contraccezione ormonale.
     
  9. L’incontinenza urinaria si può prevenire, oltre che curare.
    VERO:
    La prevenzione dell’incontinenza urinaria deve iniziare in età riproduttiva ed essere oggetto di particolare attenzione durante la gravidanza e il parto, quando può verificarsi lo stiramento delle fibre nervose del collo dell’utero e della parete vaginale a seguito del passaggio del bambino nel canale del parto. Secondo il Presidente di Agui, una riabilitazione attraverso la ginnastica perineale, eseguita sia nell’immediato post parto, sia in menopausa per le donne sintomatiche può permettere di conservare il giusto tono dei muscoli perineali e mantenerne la funzionalità.
     
  10. La somministrazione di progesterone in gravidanza può ridurre il rischio di parto pretermine.
    VERO: Le linee guida dicono che la somministrazione di progesterone alle donne che portano avanti una gravidanza singola e che abbiano già avuto un parto può ridurre il rischio di parto pretermine prima delle 34 settimane, di mortalità perinatale, di peso alla nascita inferiore ai due chilogrammi e mezzo, di ricorso alla terapia intensiva neonatale. Per contro, il progesterone somministrato nelle gravidanze gemellari non riduce il rischio di parto pretermine.

Secondo i partecipanti in questo Congresso è stata rivolta una particolare attenzione alla gestione clinica e strumentale della paziente a basso rischio. La parola d’ordine è stata quella di guardare alla donna a 360°. La ginecologia diventa quindi una specialità che assume valenze sociali, etiche ed emotive, che interessa la donna, prima ancora che la paziente, in tutte le fasi della vita: dall’adolescenza all’età adulta, dalla maternità alla menopausa. 

Ecco perché è importante sfatare falsi e miti, specie sulla salute prenatale e sulla gravidanza.


Fonte:

Quotidiano Sanità- https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=54614

 

Data di pubblicazione: gennaio 2018