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Cos’è il sangue cordonale? Come viene usato? Come donarlo?

La donazione del sangue del cordone ombelicale può salvare la vita di un altro bambino. Perché? Che cosa lo rende così speciale?

Il sangue cordonale o placentare è il sangue contenuto nel cordone ombelicale, il tessuto che lega il neonato alla madre e che dopo il parto viene in genere gettato via.

Questo sangue cordonale è ricco di cellule staminali che sono capaci di generare globuli rossi, bianchi e piastrine, elementi fondamentali del sangue. Può quindi essere impiegato, similmente alle cellule staminali del midollo osseo, nella cura della leucemia e di altre malattie del sangue.

Le cellule staminali del cordone ombelicale sono una necessità primaria del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Secondo le indicazioni del Ministero della Salute è essenziale incrementare il numero di punti nascita organizzati per raccogliere le donazioni, grantendone una disponibilità il più possibile uniforme sul territorio nazonale.cordone ombelicale

Il trattamento avviene attraverso il trapianto di sangue prelevato dal cordone ombelicale in bambini affetti da leucemia che non abbiano trovato un donatore di midollo osseo compatibile.

Infatti, questo tipo di trapianto permette di ridurre i tempi di attesa e conta su una maggiore disponibilità di donazioni. Il sangue cordonale è già pronto per l’uso, immediato rispetto a quello del midollo osseo.

Nei trapianti da midollo osseo, oltre ad individuare un donatore compatibile, si deve poi procedere al prelievo del midollo e passano circa 6 mesi tra l’individuazione del donatore e il trapianto. Un tempo che si riduce della metà nei casi di trapianto da sangue cordonale.

Sembra inoltre che le cellule staminali presenti nel sangue cordonale siano meno aggressive da un punto di vista immunologico: c’è un minor rischio che nel paziente si verifichi la complicazione nota con il nome di “malattia del trapianto contro l’ospite”.

Tuttavia, il fatto che le cellule staminali del sangue placentare siano in numero ridotto rispetto a quelle del midollo comporta che il trapianto si esegua solo nei bambini o nelle persone con peso non superiore ai 50 Kg.

È un trapianto efficace sia tra consanguinei che estranei.

Ecco perché è importante per la futura mamma pensare fin da subito alla donazione del sangue cordonale: significa regalare una speranza di guarigione in più ad un bambino affetto da leucemia.

Come avviene il prelievo del sangue cordonale?

È un prelievo di sangue semplice, indolore sia per la mamma che per il neonato. Questo prelievo avviene al momento del parto, poco dopo la nascita del bambino, prima che la placenta venga espulsa e quando il cordone è già stato tagliato.

Come e dove viene conservato il sangue cordonale?

Il sangue raccolto dal cordone viene conservato in una sacca sterile e il contenuto inviato alla “Banca del sangue del cordone”, che procederà nelle 24 ore successive alle analisi cliniche secondo standard di qualità prestabiliti.

La Banca è una Struttura Sanitaria pubblica, autorizzata dal Ministero e dalle Regioni, che raccoglie, valida, caratterizza, conserva e distribuisce le unità donate ai Centri di Trapianto, garantendone la tracciabilità, la qualità, l'idoneità e la sicurezza.

In attesa di essere trapiantato il sangue viene crioconservato a 190° C sotto zero e i dati relativi registrati in un database computerizzato.

Infine, dopo 6 mesi, la mamma donatrice è sottoposta ad un esame di controllo del sangue per garantire la sicurezza del cordone donato e deve fornire un certificato del pediatra che attesta la buona salute del neonato.

Il periodo di 6 mesi è necessario per escludere la presenza di eventuali patologie in mamma e bebè. Dopo 6 mesi, il sangue donato è pronto per essere utilizzato e viene conservato dalla Banca del sangue per circa 10 anni.

Ma facciamo un passo indietro: come si arriva a diventare donatori?

In primis occorre manifestare la volontà di donare il sangue placentare al proprio ginecologo e sottoporsi ad un colloquio informativo durante la gravidanza.

Al colloquio segue un prelievo di sangue per escludere presenza di AIDS, Epatite B e C, che sono esami che la gestante fa comunque di routine.

Ovviamente la futura mamma deve esprimere il consenso alla donazione e agli esami di controllo.

Chi può donare il sangue del cordone ombelicale?

  • Le donne che non sono in gravidanza a rischio e hanno concluso la 34° settimana di gravidanza.
  • Può essere donato sia dopo un parto naturale che dopo un parto cesareo.
  • L’anestesia epidurale non costituisce controindicazione.
  • Le donne il cui parto non ha presentato complicanze ostetriche.

Chi non può donare il sangue del cordone ombelicale?

  • Le donne che non hanno concluso la 34° settimana di gravidanza.
  • Le donne portatrici di malattie ereditarie (es: anemia mediterranea).
  • Le donne che hanno contratto infezioni durante la gravidanza.
  • Le donne che insieme al proprio partner hanno sofferto di malattie infettive come Aids ed Epatite.
  • Le donne il cui bambino ha una malformazione congenita o c’è evidenza di sofferenza fetale.
  • Le donne che hanno rotto le acque da più di 12 ore rispetto al parto.


Fonti e informazioni più dettagliate su questa tematica potete consultare il sito dell’ADISCO (Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale): https://adisco.it/ o anche il sito dell’ Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma Onlus https://www.ail.it/cosa-puoi-fare-tu/diventa-donatore-di-sangue/donazione-cellule-staminali

Altre fonti:

  • Ministero della Salute - https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_941_allegato.pdf
  • ADOCES - https://www.adocesfederazione.it/nuovosito/index.php?option=com_sppagebuilder&view=page&id=1&Itemid=437

 

Ultima revisione: 15/11/2023