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Quali fattori possono influenzare il sesso del nascituro?

Determinare il sesso di un embrione è una questione che ha sempre suscitato grande interesse.

Sin dall’antichità i tentativi per condizionare il genere sono stati molteplici, fino ad arrivare alle moderne tecniche di fecondazione in vitro. Ma esistono dei comportamenti o fattori che possono aumentare la probabilità di determinare il sesso del nascituro?sesso nascituro

Benchè la selezione del sesso non sia mai stata tecnicamente possibile, numerosi studi hanno osservato le variazioni del rapporto tra i due sessi in diverse situazioni. La moltitudine dei dati è talvolta difficile da interpretare e ricondurre ad un’ipotesi unificatrice. Purtuttavia, è opportuno ricordare che almeno nella nostra specie, benché il numero di spermatozoi X e Y sia necessariamente uguale, il rapporto tra maschi e femmine al momento della nascita non è di 50 a 50, ma è sbilanciato in senso maschile, circa 51,1% contro 49.9%.

In un articolo della SIDR (Società Italiana della Riproduzione) si fa il punto ed una revisione degli studi sui fattori implicati nel determinismo del sesso del nascituro.

Fattori materni

Partendo dal concetto che il sesso maschile risente maggiormente degli eventi avversi presenti al momento del concepimento e durante lo sviluppo embrionale, è stato mostrato che la sua maggiore o minore espressione possa essere condizionata in maniera rilevante da fattori materni o interferenti con l’equilibrio endocrino-metabolico della madre. In particolare:

Il ciclo mestruale: vari studi avanzano l’ipotesi che il ruolo degli spermatozoi X o Y nella determinazione del sesso fetale sia preceduto da fattori materni che provvedono a “selezionare” l’ingresso di questi. Un ruolo fondamentale in questo processo sarebbe svolto dagli ormoni prodotti dai follicoli ovarici.
La fecondazione assistita: gli embrioni maschi sembrano avere un metabolismo più attivo e uno sviluppo preimpianto più veloce rispetto alle femmine.
Età materna: l’aumento dell’età è un fattore sfavorevole per la riproduzione sia dal punto di vista endocrino che metabolico. Sebbene non tutti siano concordi, alcuni studi supportano la teoria che con l’aumento dell’età diminuisca la probabilità di avere un maschio.
Fattori nutrizionali: un maschio ha una maggiore capacità metabolica. Secondo recenti studi quindi, le condizioni fisiche ottimali della madre e una dieta con il 10% in più di calorie, corrisponderebbero ad un aumento della probabilità che il bambino sia maschio. Nelle donne con un peso ridotto (<54kg) invece, prevale il concepimento di femmine.
Malattie materne: il diabete sembra indurre un deficit selettivo che potrebbe associarsi ad un aumento della mortalità prenatale maschile. In alcuni studi è stata evidenziata una maggiore probabilità di concepire femmine in donne insulino-dipendenti.
Gravidanza: alcune scoperte suggeriscono che ci sia una relazione tra il sesso fetale e il sesso di una gravidanza precedente, attribuendola a una predisposizione individuale o di coppia a concepire feti di un sesso, o ad un’interazione in utero tra una gravidanza e la precedente (se avvenuta a breve distanza).

Fattori paterni

Età: anche per i padri viene presa in considerazione l’età, e il fatto che con il suo aumentare cali la possibilità di generare maschi; è possibile infatti che con l’avanzare dell’età calino i livelli di androgeni che porterebbero a una diminuzione di spermatozoi portanti il cromosoma Y.

Fattori etnici

E’ stato evidenziato che nelle coppie di diverse etnie la madre di colore ha una sex ratio maggiore nell’influire sul sesso del bebé rispetto alla madre caucasica. Altri studi invece affermano che nelle coppie miste sia il padre a determinare il sesso del nascituro.

Fattori esterni

Stress: gli eventi stressanti hanno un effetto negativo sulla capacità procreativa degli individui, e più precisamente nella fase precoce della gravidanza; sono infatti satati associati ad aborti in utero che tendono a colpire la progenie maschile.
Trend temporale e industrializzazione: alcuni studi hanno evidenziato che l'esposizione ad ormoni tossici e agenti nocivi può influenzare i cambiamenti nell’embriogenesi. Il feto maschio è più sensibile a questi fattori.

Fattori inquinanti

Da diversi studi è emerso che gli embrioni maschili sono più soggetti a soffrire le conseguenze dell’esposizione a sostanze inquinanti come propano, diossina e fumo.
Temperatura e fotoperiodo: l’ipotesi è che ci sia un’azione della temperatura a carico dell’attivazione del gene SRY, che avrebbe il ruolo di influenzare maggiormente la formazione di un fenotipo maschile.

Conclusioni

Sembra che il sesso maschile sia più fragile di quello femminile, e per questo risenta maggiormente dei fattori di attrito presenti durante la gravidanza.
La presenza di un minore o maggiore attrito viene influenzato nelle prime fasi del concepimento da un migliore o peggiore equilibrio endocrino o metabolico.
Un minore attrito esercita un minore effetto negativo sui maschi particolarmente sensibili e quindi fornisce un aumento della sex ratio.
E’ opportuno tuttavia notare che per avere una sex ratio spostata in senso maschile, la natura non deve esercitare solo un minore o maggiore attrito sul sesso maschile, ma promuovere la fecondazione di feti maschi nelle condizioni più favorevoli.
 

Fonte:

SIDR – Società Italiana Della Riproduzione, Fattori implicati nel determinismo del sesso del nascituro, A. Cagnacci, M. Cannoletta, D. Pirillo, C. Alessandrini, A. Volpe - http://www.sidr.it/cms/view/repronews/elenco_numeri/6_2_maggio_2004/elenco_news/fattori_implicati_nel_determinismo_del_sesso_del_nascituro/s6471/c22383.html

 

Ultima revisione: 08/11/2023