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04/07/2019 -

Uno studio indaga l’IMC prenatale rispetto al rischio di esiti materno-fetali avversi



L'indice di massa corporea (IMC) di una donna prima della gravidanza può essere considerato un fattore di rischio importante per valutare gli esiti avversi materno-fetali rispetto all'aumento di peso durante la gravidanza, secondo i risultati di una meta-analisi pubblicata online sul JAMA.

“I risultati di questo studio suggeriscono che l'IMC materno è più fortemente associato ad esiti materni e infantili avversi rispetto all'aumento di peso gestazionale, pertanto, la valutazione dell’IMC nel periodo che precede la gravidanza può essere un obiettivo importante per il counseling preconcezionale", commentano gli autori dello studio dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam e colleghi del LifeCycle Project-Maternal Obesity and Childhood Outcomes.

I ricercatori hanno calcolato le stime di un aumento di peso gestazionale ottimale basato sull’IMC di pre-gravidanza. Le stime hanno il potenziale per essere utilizzate durante la consulenza prenatale, anche se ancora sono limitate nella loro capacità di predire esiti avversi.

Mentre molti studi hanno esaminato l'effetto dell'aumento di peso gestazionale sugli esiti materno-fetali, ancora pochi hanno analizzato l’IMC preconcezionale.

Lo studio sopracitato è il frutto di una meta-analisi di 25 studi di coorte condotti in Europa e Nord America. I ricercatori hanno riunito i dati di 196.670 donne di circa 30 anni.

Le donne sono state suddivise secondo le categorie OMS dell’IMC: sottopeso (4% dei partecipanti con IMC <18,5), peso normale (68% con IMC tra 18,5-24,9), sovrappeso (19,7% con IMC tra 25,0-29,9), obesità grado 1 (6,1% con IMC tra 30,0-34,9), obesità grado 2 (1,7% con IMC tra 35,0-39,9) e obesità grado 3 (0,5% con IMC ≥ 40,0).

Complessivamente, il 37,2% delle donne ha avuto un esito avverso, che comprendeva una o più delle seguenti condizioni: preeclampsia, ipertensione gestazionale, diabete gestazionale, parto cesareo, parto pretermine prima delle 37 settimane e basso o grande peso alla nascita.

I risultati dello studio hanno mostrato che gli esiti avversi erano generalmente aumentati con l'aumento dell’IMC preconcezionale ed erano largamente indipendenti dall’aumento di peso gestazionale.

Si è anche riscontrato che:

  1. il rischio più basso per qualsiasi evento avverso (26,7%) era nelle donne con un IMC inferiore a 18 e un aumento di peso gestazionale tra i 26 e i 27,9 kg
  2. tra le donne di peso normale, il rischio di qualsiasi esito avverso era più basso (29,2%) con un aumento di peso gestazionale tra 14 e 15,9 kg e più alto (50,2%) con aumento di peso gestazionale inferiore a 8 kg
  3. tra le donne in sovrappeso, il rischio variava dal 37,3% - con un aumento di peso gestazionale da 2 a 3,9 kg - al 56,4% con un aumento di peso gestazionale di 28 kg o superiore.
  4. per le donne con obesità di grado 1, 2 o 3, il rischio aumentava con l'aumento di peso gestazionale crescente.

Sulla base delle loro scoperte, gli autori hanno stimato l'aumento di peso gestazionale ottimale per ciascuna categoria di IMC con importi compresi tra 0 e 17,9 kg.

In conclusione, i risultati di questo studio suggeriscono che il peso preconcezionale potrebbe essere un obiettivo più importante su cui intervenire rispetto all'aumento di peso gestazionale. Le risorse dovrebbero essere dedicate a garantire un IMC ottimale per tutte le donne in età riproduttiva piuttosto che concentrarsi esclusivamente sull’aumento di peso gestazionale.

Fonti:

https://www.medscape.com/
https://jamanetwork.com