Secondo WAidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, ogni anno nel mondo l’influenza fa registrare 270.000 ricoveri ospedalieri per neonati fino a 6 mesi di età.
L’influenza è la prima causa di ospedalizzazione nei primi mesi di vita e può portare a complicazioni molto gravi: infezioni respiratori, bronchite, polmonite virale e batterica sono le più comuni e, nei casi più gravi, possono portare anche alla morte.
Per questo WAidid raccomanda di vaccinarsi in gravidanza, l’unica forma di immunizzazione contro l’influenza che sia in grado di proteggere il bambino fino ai 6 mesi di età, quando potrà essere sottoposto alla vaccinazione.
Se colpita dall’influenza, una donna in dolce attesa corre un rischio 3 volte maggiore di contrarre una grave infezione respiratoria. In caso di influenza nella madre, il pericolo si estende anche allo sviluppo del feto: da 2 a 4 volte più elevato il rischio di morte fetale e di parto prematuro, mentre è di 1,8 maggiore il rischio di basso peso alla nascita.
Sempre secondo WAidid, se fino allo scorso anno nel nostro Paese il vaccino era raccomandato solo nel secondo e nel terzo trimestre, oggi la somministrazione è prevista in Italia e nel resto del mondo anche nei primi tre mesi di gravidanza.
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) le donne incinta devono avere la più alta priorità nell’accedere ai vaccini. Ulteriori categorie a cui è raccomandato il vaccino contro l’influenza sono i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni, gli anziani, i soggetti con malattie croniche e i professionisti sanitari.
Waidid ricorda anche che i dati relativi all’utilizzo dei vaccini influenzali inattivati dimostrano l’assoluta assenza di eventi avversi sul feto e sulla mamma attribuibili al vaccino.
Fonte: Sanità Informazione