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14/01/2021 -

ISTAT: denatalità record in Italia con crollo delle nascite di oltre 10 mila unità



Secondo il report dell’Istat sulla natalità del 2019, la popolazione italiana continua a invecchiare e fa sempre meno figli. Aumenta l’età delle donne che arrivano al parto (circa 32 anni), mentre il numero di figli medio si attesta a 1,29. Le nascite risultano inferiori ai decessi: 435 mila i nuovi nati contro 647 mila deceduti. Si tratta del 4,5% in meno rispetto al 2018.

Questi dati sono emersi anche durante la presentazione del Libro Bianco “La salute della donna – La sfida della denatalità”, realizzato dalla Fondazione Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere, grazie al supporto di Farmindustria. Durante il dibattito, politici ed esperti hanno analizzato le cause e le conseguenze del crollo delle nascite in Italia, individuato i meccanismi che alimentano il fenomeno e i progetti e le misure a sostegno alle famiglie per contrastarlo.

Il report Istat rivela anche un aumento del ricorso alla Procreazione medicalmente assistita, soprattutto tra le donne con meno di 35 anni e tra i 35 e i 39 anni; diminuisce il tasso di abortività e la percentuale di tagli cesarei, anche se resta comunque molto elevata, oltre ad essere la più alta in assoluto a livello europeo. Secondo l’Istat, a causa dell’emergenza Covid-19 le nascite potrebbero calare ulteriormente di oltre 10 mila unità.

Uno scenario che peggiora nettamente tenendo conto delle conseguenze socioeconomiche della pandemia e il clima di disagio e incertezza che porta con sé.

Quali sono i progetti a sostegno della natalità che vanno potenziati?

Si parla di assegno unico per le famiglie, congedo di paternità obbligatorio, fondi aggiuntivi ai comuni per l’ampliamento dei nidi, smart working da favorire, welfare aziendale da potenziare ulteriormente.

Spesso in Italia le donne sono costrette a lasciare il lavoro al primo figlio.

Secondo Massimo Scaccabarozzi, Presidente Farmindustria, “i dati sono preoccupanti, l’aspettativa di vita sta diminuendo a causa del Covid-19, purtroppo. La questione non è solo demografica ma anche sociale e politica. È necessario abbracciare misure concrete per pari opportunità, diversity, inclusion, conciliazione vita-lavoro e sostegno della genitorialità. Occorre un welfare aziendale moderno e funzionale: permessi aggiuntivi rispetto alla legge e al CCNL, congedi e aspettative più lunghi in caso di paternità/maternità, agevolazioni di orario d’ingresso e uscita e flessibilità, utilizzo di part-time verticale e orizzontale, asili nido”. Così riporta il quotidiano online Sanità informazione.
 

Fonte: Sanità Informazione