Uno studio italiano ha indagato la preservazione della fertilità nel mondo e in particolare le percentuali di gravidanza utilizzando gli ovociti crioconservati nelle varie età.
Lo studio italiano è stato condotto da Genera, gruppo italiano specializzato in medicina della riproduzione, ed è stato pubblicato sulla nota rivista Fertility and Sterility.
I dati Genera mostrano che la pratica del congelamento degli ovociti femminili è in crescita sia in Usa che in Europa, Italia inclusa con un +20%.
Secondo la Società americana per le tecnologie di riproduzione assistita (SART) e la Società europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE), in media, le procedure di congelamento sono aumentate del 25-30% all’anno a partire dal 2016 con punte al 46% e al 70% nel biennio 2020-2021 rispettivamente negli USA e in Australia-Nuova Zelanda.
I dati nazionali sono relativi a otto cliniche diffuse su tutto il territorio italiano e mostrano per il nostro Paese un aumento di circa il 20% anno su anno del numero di procedure di ‘social freezing’, il congelamento per motivi prettamente sociali.
Lo studio mostra anche che le chance di gravidanza con ovociti prelevati variano in base all’età. “Nelle donne più giovani, quindi fino a 35 anni – riporta su Sanità Informazione il primo autore del paper, Danilo Cimadomo, biologo molecolare e responsabile della Ricerca del gruppo Genera – le probabilità cumulative di nati sono comprese fra il 70% con 15 ovociti prelevati e congelati (considerato il numero ottimale) e il 95% con 25 ovociti. Ma ci sono comunque chance di gravidanza comprese tra il 30% e il 45% nel caso in cui vengano vitrificati 8-10 ovociti. Oltre la soglia dei 35 anni, il numero di ovociti necessari per raggiungere la gravidanza è chiaramente maggiore, rendendo la procedura più impegnativa. Per questo motivo, tutti i centri specializzati oggi consigliano alle donne di fare questa scelta entro i 35-37 anni, in modo da avere migliori possibilità di riuscita se un giorno si dovranno utilizzare quegli ovociti congelati, nel caso insorgessero problemi nel tentare una gravidanza”.
Come spiega Laura Rienzi, embriologa e direttore scientifico del Gruppo Genera, la vitrificazione è una metodica di congelamento che consente di mantenere inalterati la vitalità e il potenziale riproduttivo degli ovociti mediante l’esposizione a bassissime temperature (-196°C) ed è stata confermata essere una procedura riproducibile, sicura ed economica, fino a diventare l’approccio gold standard per la preservazione della fertilità.
Tuttavia, gli esperti mostrano che i risultati clinici sono variabili a seconda dei Paesi e delle strutture che praticano la vitrificazione, in quanto tale procedura richiede operatori ben formati, costantemente monitorati ed esperti. Ecco perché l’automazione sta assumendo un ruolo sempre più importante nei laboratori.
I progressi tecnologici e l’intelligenza artificiale avranno un ruolo sempre più chiave nella standardizzazione dei protocolli negli anni a venire.
Conclude Rienzi: “La crioconservazione degli ovociti quando scelta per motivi sociali è un tema che sta stimolando il dibattito sociale e politico nel nostro Paese e confidiamo presto non sarà più percepita come un tabù, ma come uno strumento per salvaguardare l’autonomia riproduttiva delle donne”.
FONTE: https://www.sanitainformazione.it/salute/preservazione-della-fertilita-nel-mondo30-procedure-ogni-anno-in-uno-studio-italiano-le-percentuali-di-gravidanza-possibili-nelle-varie-eta/