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Viaggiare col pancione

Il momento ideale per viaggiare è tra la 14° e la 28° settimana.

Viaggiare con il pancione

L’automobile è ideale per i viaggi brevi [non più lunghi di 5-6 ore].

Naturalmente l’uso della cintura di sicurezza è obbligatorio a meno di particolari e rare controindicazioni che devono essere certificate dal medico. La cintura di sicurezza, correttamente indossata (con la fascia orizzontale che passa sotto la pancia e quella trasversale che dalla spalla passa attraverso il petto, in mezzo al seno), è in grado di ridurre enormemente sia la mortalità materna sia quella fetale.

Anche l’air bag deve essere attivato. In caso di incidente è buona norma effettuare comunque una visita ostetrica per controllare che tutto vada bene.

Se si soffre di mal d’auto e bene portare con sé degli spuntini. In alternativa è possibile ricorrere a: polsini, esercitano una pressione in corrispondenza del punto P6 della medicina cinese (la zona mediana dell'avambraccio, situata a 4 cm circa dalla piega del polso); zenzero, è proposto sia per il mal d’auto che nel trattamento dei disturbi digestivi, della nausea e del vomito della gravidanza per la sua capacità di aumentare la motilità del tratto gastroenterico.

L’uso di moto, scooter, motoscafi o altri mezzi di trasporto poco stabili e/o che causano intense vibrazioni è sconsigliato sin dal primo trimestre sia per la mancanza di un abitacolo protettivo e conseguente maggior rischio di trauma sia per le vibrazioni che possono generare la comparsa di contrazioni.

I viaggi via mare non sono controindicati: tuttavia sarebbe bene evitarli se si tratta della prima volta. Il mal di mare infatti può trasformare un viaggio piacevole in un incubo. Nel caso comunque portate con voi le medicine adatte.

In occasione di lunghi viaggi, sottoponetevi prima di partire ad una visita di controllo. Indossate scarpe e vestiti comodi; se è il caso indossate calze elastiche. Cercate di muovervi ogni ora o eseguite semplici esercizi di stretching che riducono il rischio di trombosi ed il gonfiore di piedi e caviglie.

Per i viaggi aerei di lunga durata le compagnie aeree richiedono un certificato di autorizzazione all’imbarco nelle ultime 8 settimane di gravidanza: il documento può essere richiesto anche prima in caso di gravidanza gemellare e soprattutto in presenza di patologie specifiche. Nel caso di un parto a bordo, il neonato acquisisce la cittadinanza dei propri genitori mentre il luogo di nascita è relativo alla nazionalità del velivolo trasportatore o al paese sorvolato al momento della nascita qualora in quello stato sia vigente il "diritto di suolo".

Giunte a destinazione cercate di non esagerare con le escursioni: effettuate pasti regolari con alimenti sani e ricchi di fibre che riducono la stitichezza che spesso accompagna i viaggi. Bevete molta acqua per prevenire le infezioni delle vie urinarie. Dormite molto e riposate spesso.

Quando partite per una vacanza, scegliete un luogo comodo e confortevole, dove ospedali e farmacie siano facilmente raggiungibili; portate con voi la documentazione relativa alla gravidanza. Se possibile, cercate di evitare i posti dove la temperatura è troppo bassa o troppo alta. Se andate al mare potete tranquillamente nuotare, camminare lungo la spiaggia e prendere il sole (riparandosi dai raggi solari nelle ore centrali della giornata). Le immersioni, soprattutto a una profondità superiore ai 15 m, sono controindicate. In montagna, sono concesse le passeggiate, a patto che il percorso non sia troppo impegnativo.

A meno che non sia strettamente necessario, evitate di recarvi in paesi dove la malaria è endemica (come la maggior parte dell’Africa tropicale e il Sud-Est asiatico): nel caso rifornitevi di abiti con le maniche lunghe, di spray anti zanzara e consultatevi col medico per la profilassi. Allo stesso modo consultate il medico prima di assumere farmaci per profilassi o fare vaccinazioni se dovete recarvi in paesi a rischio. Ricordate di bere solo acqua in bottiglia, di mangiare solo cibi ben cotti e latticini pastorizzati.

 

Contributo a cura della Prof. A. M. Marconi - Professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano

 

Data di pubblicazione: gennaio 2010