Nella guida pediatrica “Il nostro bambino. Dalla nascita ai 3 anni”, si riporta l’opinione del pediatra nutrizionista dott. Luciano Proietti in merito ad una alimentazione vegetariana del bambino.
Secondo il dott. Proietti esistono diversi pregiudizi nei confronti dei bambini vegetariani.
Intanto, è bene ricordare che l’alimentazione a base di latte materno e vegetali è raccomandata nei primi due anni di vita, in quanto la più fisiologica e salutare. Per il pediatra, questo tipo di alimentazione “è compatibile con un adeguato accrescimento staturo-ponderale se inserita in un contesto di completezza di nutrienti secondo le indicazioni dei LARN (Livelli di assunzione raccomandata di nutrienti)”.
L’unico cibo di derivazione animale in questa fase della vita del bebè è rappresentato dal latte materno, o, in sua assenza, dal latte formulato. Non è a caso che i denti canini, che indicano la potenziale capacità del bambino di masticare la carne, compaiono dopo i 18 mesi di vita.
Il primo pregiudizio da sfatare, secondo il dott. Proietti, è la carenza di ferro di un’alimentazione senza carne. Per questo si introduce la carne a partire dal quinto-sesto mese di vita. Il pregiudizio nasce a partire dagli anni ’50, ci spiega il pediatra, a causa del fatto che il latte materno veniva spesso sostituito con il latte vaccino fin dal terzo-quarto mese di vita, rendendo necessario introdurre un cibo ricco di ferro biodisponibile come la carne omogeneizzata o liofilizzata.
Solo negli anni ’90 si è riconosciuta l’importanza dell’allattamento materno, e quindi quella di non somministrare latte vaccino prima dei 12 mesi di vita, sostituendolo in sua assenza con latte formulato con quantità di ferro adeguate. Tuttavia, nonostante ciò, l’abitudine di introdurre la carne fin dal quinto-sesto mese di vita non si è persa. E questo anche se non sussisteva più il rischio di carenza di ferro.
Secondo il dott. Proietti, l’approccio al vegetarianismo del bebè deve comunque essere oggetto di attenzione speciale perché l’equilibrio nutrizionale in età evolutiva è più delicato rispetto all’età adulta, ed è più facile che si presentino carenze o squilibri.
Tuttavia, secondo il pediatra nutrizionista, le accuse rivolte alla dieta vegetariana di carenze proteiche, vitaminiche (B12 e D) e di sali minerali, sono in realtà da attribuirsi a casi sporadici, segnalati nella letteratura medica, di bambini malnutriti a causa dell’ignoranza o del fanatismo dei genitori. Infatti, secondo Proietti, una dieta totalmente vegetariana e priva di cibi di origine animale (carne, pesce, uova, latte e formaggio) non è compatibile con un adeguato accrescimento e un buono stato di salute.
La dieta consigliata dal pediatra nei primi mesi di vita è invece una dieta vegetariana ben compensata dall’allattamento al seno fino ai 6-12 mesi, caratterizzata dall’introduzione moderata di cibi animali indiretti (latticini e/o uova), cereali in chicchi e in farine, verdure, legumi e mandorle.
Secondo il dott. Proietti questo tipo di dieta, definita latto-ovo-vegetariana, sebbene diversa dal regime alimentare prevalente, non si discosta dalle raccomandazioni espresse da organismi nazionali e internazionali della nutrizione: LARN e OMS. Nelle varie linee-guida si fa riferimento, infatti, all’opportunità di ridurre il consumo di grassi di origine animale e delle proteine animali e di assumere adeguati quantitativi di oligoelementi, fibre vegetali, polisaccaridi complessi.
Il pediatra cita diversi studi internazionali che hanno mostrato che la dieta latto-ovo-vegetariana non solo soddisfi validamente i fabbisogni nutrizionali per la crescita ma apporti benefici in termini di minore frequenza di obesità e livelli sierici di colesterolo più bassi.
FONTE UNICA: G. Settimo, G. Trapani, “Il mio bambino. Dalla nascita ai 3 anni.” Edizioni RED!, Milano, 2010 (pagg. 190-191)
Data di pubblicazione: 22 lug 2025