Una ricerca delle Università di Otago e Stoccolma, pubblicata sulla rivista scientifica Cell, afferma che la prolattina, nota anche come “ormone dell’allattamento” nelle neomamme, abbia un’influenza positiva anche sui papà rendendoli più inclini a svolgere al meglio questo compito genitoriale.
I ricercatori hanno anche mostrato che se l’azione dell’ormone si blocca, i papà tendono ad ignorare il loro doveri paterni.
Secondo Kristina Smiley, del Centro di Neuroendocrinologia di Otago, “la prolattina è nota per il suo ruolo nella lattazione, ma è sempre stato un mistero il motivo per cui i maschi la hanno.”
Lo studio è stato effettuato su cavie con comportamenti maschili contrastanti nella cura dei loro piccoli. Ad esempio, i ratti tendono ad ignorarli, mentre i topi partecipano attivamente alla loro cura.
I ricercatori hanno aumentato i livelli di prolattina nei ratti e ciò li ha portati ad impegnarsi di più nelle cure paterne, come ad esempio la loro pulizia. Viceversa, quando hanno bloccato la prolattina nei topi, questi hanno smesso di prendersi cura dei piccoli, ad esempio non portando più i cuccioli nel nido per tenerli al caldo e al sicuro e lasciandoli fuori.
In conclusione, secondo gli autori dello studio, i suoi risultati potrebbero essere utili nelle ricerche sui disturbi dell'umore post-partum, che colpiscono anche gli uomini nonostante non sperimentino in prima persona la gravidanza.
Fonte: Ansa.it