Oggi, la tecnologia è presente in ogni situazione della vita quotidiana: dai pasti al tempo libero diventa lo strumento preferito per rispondere a bisogni e abitudini, spesso inconsapevoli.
Una recente indagine, condotta dall’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te) in collaborazione con la SIPEC, la Società Italiana di Pediatria Condivisa, ha mostrato le dipendenze tecnologiche dallo smartphone nella vita quotidiana di genitori e figli.
In particolare, il 54% dei genitori, nella fascia 0-4 anni, usa lo smartphone durante l’allattamento, un comportamento che compromette la relazione tra la madre e il figlio, valore fondamentale nello sviluppo psico-emotivo e relazionale del bambino.
L’allattamento materno nei primi mesi di vita è un momento cruciale nell’instaurarsi del legame madre-figlio, una relazione d’amore alimentata dal contatto pelle contro pelle, dalle coccole, dagli sguardi, dalla voce della mamma che parla al suo bambino. È un momento che richiede piena attenzione e non può quindi subire distrazioni dall’uso dello smartphone da parte del genitore.
I dati dell’indagine rivelano una situazione di dipendenza tecnologica a 360°, mostrando che:
- il 90% dei giovani, in casa, senza smartphone, si annoia;
- il 60% dei genitori intrattiene i figli con i dispositivi mobili quali tablet e smartphone; una percentuale che sale all’88% nella fascia d’età 4-9 anni;
- il 67% dei genitori usa questi dispositivi in presenza dei figli;
- Il 30% dei genitori li offre ai figli quando sono fuori casa.
- il 25,5% li utilizza come metodo per far rilassare i figli quando sono stanchi o nel 27% dei casi per calmarli quando sono agitati;
- il 33% dei bambini si lamenta o protesta perché gli adulti tolgono loro attenzione per dedicarla agli strumenti digitali;
- il 42% dei genitori ammette che per l’utilizzo dei dispositivi elettronici si è ridotto il tempo di gioco all’aria aperta.
I risultati dell’indagine sono stati presentati in occasione della 6° Giornata nazionale sulle dipendenze tecnologiche e sul cyberbullismo dedicata a “Bambini e adolescenti digitali. Il corpo e la mente tra iperconnessioni e realtà mediata”.
La ricerca ha coinvolto 198 pediatri sul territorio nazionale e 13.049 persone, tra cui genitori, adolescenti, preadolescenti e bambini delle fasce 0-4, 4-9 e 9-14 anni.
L’indagine ha mostrato una situazione di forte dipendenza tecnologica per la fascia di età 9-14 anni, in cui il 98,2% dei ragazzi usa i dispositivi elettronici durante la giornata, il 42,4% mentre mangia, il 61,7% prima di addormentarsi, il 9,4% addirittura durante la notte. L’80,9% dichiara di annoiarsi in casa quando non li usa e il 32,4% anche fuori casa, più della metà preferisce rimanere connesso piuttosto che uscire all’aria aperta. Il 77% di sentirsi molto arrabbiato quando lo fanno disconnettere e la metà chiede e sente il bisogno di andare online quando è stanco o agitato.
A fronte di questo grave quadro di dipendenza tecnologica, gli esperti avvertono che un uso sempre più eccessivo e precoce di questi strumenti può avere conseguenze negative sul piano psicologico e sociale, portando anche a problemi di salute nella crescita e nello sviluppo infantile.
Secondo Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te), i genitori dovrebbero essere un punto di riferimento autorevole per i figli, dando le regole e coltivando il dialogo e la relazione; purtroppo, troppo spesso, questo non avviene e i genitori giustificano i comportamenti sbagliati dei figli, senza pensare alle conseguenze.
Oggi molti adolescenti preferiscono vivere online piuttosto che fare esperienze nella vita reale, con tutto quello che può derivarne, inclusi i rischi di cyberbullismo.
Il Presidente della SIPEC, Mauro Cinquetti, pediatra, neuropsichiatra infantile e gastroenterologo, ha incrociato i dati di 1600 ragazzi delle scuole medie sull’uso dello smartphone, le abitudini alimentari, lo stile di vita e il benessere in generale, e ha mostrato che quelli che lo usavano di più si sentivano meno bene o addirittura male a livello generale, avendo un potenziale maggiore di sviluppare disturbi fisici, come dolore addominale ricorrente.
Ecco perché gli esperti raccomandano ai genitori di diventare consapevoli dei rischi dell’uso smodato della tecnologia e di impedire che questo influenzi negativamente la vita dei propri figli.
Fonte: Quotidiano Sanità