Secondo una recente ricerca statunitense dell’istituto Harvard Pilgrim Health Care di Boston, una donna su quattro, durante la gravidanza, non copre il fabbisogno di Omega-3.
I risultati, pubblicati su Public Health Nutrition, hanno mostrato che, oltre a non consumare mai o raramente pesce, le donne in gravidanza, non assumerebbero neanche specifici integratori a base di queste sostanze essenziali.
Il pesce è fonte naturale di acidi grassi polinsaturi Omega-3 a catena lunga, nutrienti essenziali per il corretto sviluppo del feto, che non si possono sintetizzare e devono quindi essere assunti tramite la dieta o in forma di integratori.
Gli Omega-3 in gravidanza, in particolare l’acido docosaesaenoico, contribuiscono al neurosviluppo del feto e possono migliorare gli esiti della gravidanza, incluso il rischio di nascita pretermine. Per questo gli esperti raccomandano di consumare 2-3 volte a settimana alimenti ricchi di Omega-3.
Tuttavia, il consumo di pesce delle donne in gravidanza nel corso degli anni si è ridotto, forse per la paura della presenza del mercurio in alcune specie ittiche. Per le donne che mangiano poco pesce si raccomanda quindi di assumere gli Omega-3 attraverso gli integratori.
La ricerca americana ha valutato il consumo di pesce o di integratori a base di Omega-3, analizzando un campione di 23 446 donne incinte comprese nel programma Child Health Outcome (ECHO), di cui 10 800 hanno riferito di mangiare pesce e 12 646 di assumere integratori.
Tra le donne che mangiavano pesce, solo il 13,1% lo mangiava più di due volte a settimana, circa il 22,1% lo mangiava una o due volte e il 40,1% lo mangiava meno di una volta alla settimana. Il 24,6%, invece, quasi un quarto delle donne, non mangiava mai pesce o lo consumava molto raramente, ovvero meno di una volta al mese. Nello studio è emerso anche che le donne che mangiavano più pesce erano quelle tra i 35 e i 40 anni rispetto a quelle più giovani e sotto i 29 anni.
Le donne che invece assumevano gli Omega-3 attraverso integratori specifici erano solo il 16,2%, consumo che è stato maggiore tra le partecipanti che avevano un più elevato livello di istruzione, un’età più adulta, un indice di massa corporea inferiore o che consumavano meno pesce.
FONTE: https://www.doctor33.it/articolo/60192/omega-3-una-donna-in-gravidanza-su-quattro-non-copre-fabbisogno-con-dieta-e-integratori