Una revisione scientifica pubblicata sul New England Journal of Medicine spiega perché solo alcune persone traggono reale beneficio dagli integratori di vitamine e minerali, mentre per la maggior parte non sono necessari. L’autrice, Lindsay H. Allen, docente dell’Università della California-Davis, sottolinea che l’uso degli integratori deve essere mirato ai gruppi a rischio e non adottato come strategia preventiva generalizzata contro le malattie croniche.
L’articolo analizza lo stato attuale delle conoscenze sui micronutrienti – vitamine liposolubili e idrosolubili e minerali – e sul loro ruolo nel regolare geni, proteine e metabolismo. La carenza anche di uno solo dei 20 micronutrienti essenziali può causare disturbi importanti, come ad esempio l’anemia da deficit di ferro o vitamina B12 o rachitismo da mancanza di vitamina D.
Nei Paesi ad alto reddito, dove gli alimenti fortificati e gli integratori sono facilmente disponibili, le carenze clinicamente significative sono rare ma persistono in gruppi specifici come anziani – più esposti a deficit di vitamina D, B6 e colina – donne in gravidanza e persone che seguono diete alimentari restrittive. In queste categorie, l’assunzione di ferro, calcio, vitamina D e acido folico rimane raccomandata. Tuttavia, le prove sull’efficacia preventiva degli integratori nelle malattie croniche sono limitate e talvolta contrastanti: dosi elevate di vitamine antiossidanti come la E e la A possono persino aumentare alcuni rischi di salute.
A livello globale, la revisione evidenzia che le carenze di vitamina A, ferro e iodio restano una priorità di salute pubblica, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito. Programmi di fortificazione e supplementazione mirata, soprattutto nelle donne in gravidanza e nei bambini, hanno dimostrato di ridurre mortalità e complicanze correlate.
Infine, le più recenti tecnologie “omiche” - insieme di metodologie scientifico informatiche che studiano su larga scala e in modo olistico il genoma (genomica), il proteoma (proteomica) e il metaboloma (metabolomica) – stanno aprendo nuove prospettive per identificare carenze subcliniche e personalizzare gli interventi nutrizionali. Questi progressi potrebbero spiegare, con basi biologiche, perché alcune persone abbiano realmente bisogno di integratori e altre no.
FONTE: https://www.news-medical.net/news/20250309/Why-do-some-people-need-supplements-and-others-done28099t-New-review-explains.aspx