Una risposta sintetica ma esaustiva a questa domanda la troviamo in un video di 3 minuti, in cui possiamo ascoltare la spiegazione di Nicoletta Di Simone, professoressa di Ginecologia e Ostetricia all'università Humanitas di Milano, a margine del convegno “Microbiota, infiammazione e dolore nella donna”.
Nutrizione, dieta e microbiota, quale interazione?
L’esperta afferma che ciò che introduciamo nell’organismo con l’alimentazione seleziona la popolazione di batteri, protozoi e lieviti nel nostro corpo.
Il microbiota intestinale è il più studiato dalla ricerca ma ce ne sono tanti altri che si possono analizzare.
La conoscenza del proprio microbiota è necessaria per tutti?
Forse in futuro, afferma la Prof.ssa Di Simone. Infatti, in questo momento le ricerche e le analisi sul microbiota sono effettuate su campioni di popolazione specifici.
I dati pubblicati riguardano popolazioni selezionate con precisi fattori di rischio, come ad esempio alcune condizioni della gravidanza, tra cui abortività ricorrente, parto prematuro, ipertensione e preeclampsia. In queste condizioni ha senso un esame del microbiota che può fornire informazioni molto utili. Infatti, il microbiota interagisce con la gravidanza e si modifica di pari passo con i cambiamenti ormonali e placentari.
Precisa la Prof.ssa Di Simone che è importante effettuare l’esame e l’analisi del microbiota prima della gravidanza, soprattutto nelle donne che hanno già avuto precedenti gravidanze con complicazioni o esiti ostetrici negativi. L’obiettivo e far sì che tali donne possano affrontare la gravidanza successiva in condizioni “microbiota-fisiologico”, come lo definisce l’esperta.
Guarda il video:
Data di pubblicazione: 19 feb 2024